di Elvira Pollina e Antonella Cinelli
MILANO/ROMA (Reuters) - L'economia italiana potrebbe chiudere il 2016 con una crescita marginalmente migliore rispetto allo 0,8% indicato dal governo nell'ultima nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.
Stamane Istat ha confermato un incremento congiunturale del Pil di 0,3% nel terzo trimestre, ma la revisione al rialzo a 0,1% da zero del dato del periodo aprile-giugno ha portato a 0,9% il Pil acquisito nel 2016.
Rivisto verso l'alto anche il dato tendenziale del terzo trimestre, a +1% da 0,9% preliminare.
A tre giorni dal banco di prova del referendum costituzionale, che tiene gli investitori con il fiato sospeso, Matteo Renzi ha colto immediatamente con un post su Facebook (NASDAQ:FB) l'occasione di attribuire i dati all'azione del governo, per poi dire in un'intervista a 'SkyTg24' che la crescita quest'anno sarà superiore alle stime dell'esecutivo.
"A questo punto è più che lecito aspettarsi che il 2016 possa chiudersi in maniera più positiva di quanto recentemente ci si potesse aspettare", commenta Paolo Pizzoli, economista di Ing, "anche perché al momento non ci sono segnali che nel quarto trimestre possano osservarsi stravolgimenti".
I segnali degli indicatori qualitativi, Pmi in testa, suggeriscono il proseguimento della fase espansiva nell'ultima parte dell'anno, verosimilmente a un ritmo meno intenso che nei mesi estivi. [nL8N1DV555][nL8N1D463D]
Tornando ai dati odierni, guardando allo spaccato delle componenti emerge come a contribuire positivamente alla crescita siano stati, con un decimo di punto a testa, consumi delle famiglie, investimenti e scorte, mentre l'export netto ha sottratto un decimale.
"Il fatto che ci sia un po' di dinamica negli investimenti è positivo. Resta una delle variabili cruciali, nel senso che la macchina di creazione dell'occupazione dipende anche da quello e dovrà proseguire solo sulle sue gambe l'anno prossimo", dice Pizzoli.
Sempre oggi Istat ha reso nota la statistica mensile sul mercato del lavoro di ottobre, che ha confermato un rallentamento del trend di crescita degli occupati per il progressivo esaurirsi dell'effetto positivo sulle assunzioni del combinato disposto della decontribuzione e delle nuove regole del Jobs Act [nR1N19000O].
RESTA INCERTEZZA
Le prospettive per l'anno a venire restano incerte alla luce di una serie di incognite, soprattutto di natura politica, che inducono gli economisti a mantenere una certa cautela.
Secondo Daniele Antonucci, economista di Morgan Stanley (NYSE:MS), l'accelerazione riscontrata nel terzo trimestre non è sintomatica di un trend e nel 2017 l'economia italiana dovrebbe espandersi ad un tasso inferiore all'1%.
Se il referendum costituzionale del 4 dicembre è fondamentale per l'evoluzione del quadro politico istituzionale italiano, tutto il 2017 sarà scandito da una serie di appuntamenti elettorali, dalle presidenziali francesi alle elezioni tedesche, che potrebbero ridisegnare gli equilibri.
Gran Bretagna e Stati Uniti sperimenteranno poi concretamente gli effetti delle sorprese Brexit e Donald Trump.
"E' davvero difficile fare una previsione che tenga conto di tutte le variabili sul tavolo", conclude Pizzoli, che per il momento prospetta un Pil in crescita di 0,8% nel 2017.