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Greggio al massimo dal 2014 dopo decisione di Trump su Iran; Brent a 77 dollari

Pubblicato 09.05.2018, 09:35
Aggiornato 09.05.2018, 10:04
© Reuters.  Greggio al massimo dal 2014 dopo decisione di Trump su Iran; Brent a 77 dollari

Investing.com - Il prezzo del greggio è in ripresa questo mercoledì, segnando un nuovo massimo di tre anni e mezzo dopo che il Presidente USA Donald Trump si è ritirato dall’accordo internazionale sul nucleare iraniano, facendo aumentare il rischio di un conflitto in Medio Oriente ed alimentando l’incertezza per le scorte globali di greggio.

Il greggio Brent, il riferimento per il prezzo al di fuori degli Stati Uniti, schizza di 2,08 dollari, o del 2,8%, a 76,93 dollari al barile alle 3:35 ET (07:35 GMT), dopo aver segnato 77,20 dollari all’inizio della seduta, il massimo dal novembre 2014.

Nel frattempo, i future del greggio WTI scambiati sulla borsa di New York rimbalzano di 1,86 dollari, o del 2,7%, a 70,92 dollari al barile, dopo essere saliti al massimo di 71,17 dollari, quasi vicino ai massimi registrati alla fine del 2014.

Nella scorsa seduta il prezzo del greggio è sceso pur attestandosi al di sopra dei minimi della seduta in seguito all’annuncio di Trump.

In un discorso trasmesso in televisione ieri, Trump ha affermato che gli Stati Uniti si tireranno indietro dall’accordo internazionale del 2015 mirato a negare a Tehran la possibilità di costruire armi nucleari e che riapplicheranno “il massimo livello di sanzioni economiche” all’Iran.

Secondo alcuni analisti la reintroduzione delle sanzioni potrebbe inasprire le scorte di greggio globali poiché renderebbero più difficili le esportazioni petrolifere per l’Iran.

L’Iran, importante produttore petrolifero del Medio Oriente nonché membro dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC), ha ripreso il suo ruolo di principale esportatore nel gennaio 2016, quando le sanzioni internazionali contro Tehran sono state annullate in cambio di una riduzione del programma nucleare del paese.

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I trader del greggio intanto attendono i nuovi dati settimanali sulle scorte di greggio statunitensi per valutare la forza della domanda del principale consumatore mondiale di oro nero e quanto velocemente i livelli di produzione continueranno ad aumentare.

La U.S. Energy Information Administration rilascerà il report settimanale ufficiale sulle scorte relativo alla settimana terminata il 4 maggio oggi alle 10:30 ET (14:30 GMT), nelle aspettative di un calo di 719.000 barili.

Gli analisti prevedono inoltre una riduzione di 450.000 barili delle scorte di benzina, mentre le scorte di prodotti raffinati dovrebbero diminuire di 1,3 milioni di barili.

Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono scese di quasi 1,9 milioni di barili la scorsa settimana.

Dal report API è emerso inoltre un calo di 2,1 milioni di barili delle scorte di benzina, mentre le scorte di prodotti raffinati sono scese di 6,7 milioni di barili.
Ci sono spesso grosse differenze tra le stime API ed i dati ufficiali dell’EIA.

Intanto, i future della benzina rimbalzano dell’1,2% a 2,159 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento schizza del 2,5% a 2,211 dollari al gallone.

I future del gas naturale si attestano in salita a 2,740 dollari per milione di BTU.

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