di Bozorgmehr Sharafedin
LONDRA (Reuters) - Seduta pesante per il petrolio, con il greggio Usa sceso brevemente sotto i 20 dollari e il Brent ai minimi da 18 anni, a causa dei timori che l'emergenza globale del coronavirus possa durare mesi e che la domanda di carburante subisca un'ulteriore flessione.
Intorno alle 11,40, il Brent, benchmark internazionale per i prezzi del petrolio, cede 1,94 dollari, o il 7,78%, a 22,99 dollari al barile, dopo essere sceso a 22,76, minimo da novembre 2002.
Il greggio Usa (WTI) cede a sua volta 83 centesimi, o il 3,95%, attestandosi a 20,66 dollari al barile.
Secondo gli analisti, i prezzi del greggio sono al momento così bassi che per molte compagnie petrolifere rimanere attive è diventato poco redditizio e i produttori dal costo più elevato non avranno altra scelta che fermare la produzione, soprattutto alla luce di capacità di stoccaggio quasi piene.
"La domanda globale di petrolio sta diminuendo a causa delle restrizioni ai viaggi e delle misure di distanziamento sociale legate al COVID-19", osserva Giovanni Staunovo, oil analyst presso Ubs.
Oltre alla drastica riduzione della domanda causata dalla pandemia da coronavirus, a pesare sui mercati petroliferi è anche la guerra dei prezzi che si consuma tra Arabia Saudita e Russia e inonda i mercati con offerta extra.
Con un tonfo di 15 milioni o 20 milioni di barili al giorno previsto per la domanda mondiale, un calo del 20% rispetto allo scorso anno, gli analisti ritengono che significativi tagli alla produzione saranno necessari al di là dell'Opec.
Lo spread contango del Brent a sei mesi da maggio a novembre ha toccato un massimo di 13,45 dollari al barile, mentre lo spread a sei mesi per il greggio Usa si è esteso a meno 12,85 dollari al barile, sconto più ampio da febbraio 2009.