(Reuters) - Le quotazioni del greggio sono in leggero rialzo ma rimangono impostate per chiudere la settimana pressoché invariate, con la lenta crescita economica in Cina -- il maggiore importatore di greggio al mondo -- che solleva timori sulla domanda di carburante e controbilancia l'ottimismo derivante dalla firma dell'accordo commerciale con gli Usa.
La seconda economia mondiale è cresciuta del 6,1% nel 2019, l'espansione più lenta in 29 anni, secondo i dati governativi diffusi oggi.
"Un Pil cinese del quarto trimestre (+6%) largamente atteso ha fornito pochi indizi agli scambi del petrolio questa mattina e le crescenti pressioni ribassiste sull'economia forse limiteranno l'upside del greggio nel medio-lungo termine", osserva Margaret Yang, market analyst di CMC Markets.
Intorno alle 12, il Brent guadagna 35 centesimi a 64,97 dollari al barile, mentre il greggio Usa avanza di 27 centesimi a 58,79 dollari al barile.
L'aumento della domanda cinese visto nei dati sulla produttività delle raffinerie compensa i dati sulla crescita economica meno positivi.
Nel 2019, le raffinerie cinesi hanno processato 651,98 milioni di tonnellate di greggio, pari a un record di 13,04 milioni di barili al giorno e in crescita del 7,6% rispetto al 2018. Anche la produttività ha segnato a dicembre un record mensile.
A pesare sui prezzi anche le previsioni da parte di due importanti agenzie di un surplus delle forniture quest'anno.
L'International Energy Agency ha diffuso ieri previsioni ribassiste sul mercato petrolifero per il 2020.
La visione dell'Iea rispecchia in una certa misura quella dell'Opec, che ha rilevato che l'offerta non-Opec quest'anno crescerà di più della domanda complessiva.