(Reuters) - I prezzi del greggio sono in calo a causa dell'aumento delle scorte statunitensi e dei timori per una nuova guerra commerciale tra Cina e Usa, fattori che hanno alimentato i timori di una crescita economica più debole, compensando la rinnovata spinta del presidente Trump a bloccare le esportazioni di greggio iraniano.
Alle 11,50 italiane i futures sul Brent sono in ribasso dello 0,76%, a 75,63 dollari il barile. Il greggio West Texas Intermediate (Wti) cede lo 0,78%, a 72,13 dollari il barile.
Il greggio ha scambiato ieri in un ampio range, con il Wti che è sceso del 3%, il minimo dal 31 dicembre, dopo che la Cina ha annunciato i dazi sulle importazioni statunitensi di greggio, Gnl e carbone come ritorsione alle imposte statunitensi sulle esportazioni cinesi.
I prezzi rimbalzano però dopo che Trump ha ripristinato la campagna di "massima pressione" sull'Iran con l'obiettivo di limitarne il programma nucleare. La campagna era stata introdotta durante il suo primo mandato e ha quasi azzerato le esportazioni di greggio iraniano.
Le tensioni commerciali in corso tra Stati Uniti e Cina potrebbero frenare la domanda di greggio, esercitando sui prezzi una pressione al ribasso.
A mettere sotto pressione i prezzi del greggio è anche l'aumento registrato nella notte dei dati sulle scorte statunitensi.
Le scorte di greggio sono aumentate di 5,03 milioni di barili nella settimana conclusasi il 31 gennaio, secondo fonti di mercato a conoscenza dei dati dell'American Petroleum Institute.
Le scorte di benzina sono aumentate di 5,43 milioni di barili, mentre quelle di distillati sono diminuite di 6,98 milioni di barili, secondo fonti a conoscenza dei dati Api.
I dati ufficiali del governo statunitense saranno pubblicati oggi alle 16,30 italiane.
(Tradotto da Jasmine Mazzarello, editing Stefano Bernabei)