LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in ribasso, mentre è stato revocato lo stato di forza maggiore nel maggiore giacimento libico e si è concluso lo sciopero dei lavoratori in Norvegia. Nel frattempo i produttori Usa stanno lentamente riavviando la produzione a seguito dell'uragano Delta.
Alle 11,30 i futures sul Brent sono in ribasso di 52 centesimi a 42,33 dollari al barile, mentre i futures sul greggio Usa cedono 57 centesimi, a 40,03 dollari al barile.
Si prevede che la produzione in Libia, Paese membro dell'Opec, aumenterà di 355.000 barili al giorno dopo che ieri è stato revocato lo stato di forza maggiore nel giacimento di Sharara.
L'aumento della produzione in Libia rappresenterà una sfida per l'Opec+ e gli sforzi del gruppo volti a ridurre le forniture a sostegno dei prezzi.
La scorsa settimana i prezzi front-month di entrambi i contratti sono aumentati del 9%, il maggiore rialzo per il Brent da giugno. Ma entrambi i futures erano in calo venerdì dopo che le aziende petrolifere norvegesi hanno raggiunto un accordo con i sindacati, ponendo fine a uno sciopero che minacciava di ridurre la produzione di gas e petrolio nel Paese di circa il 25%.
L'uragano Delta, che ha assestato il colpo maggiore in 15 anni alla produzione di energia nel Golfo del Messico, è stato declassato a ciclone post-tropicale nel weekend.
I prezzi hanno inoltre risentito delle pressioni di un nuovo balzo dei casi di Covid-19 che ha gettato lo spettro di ulteriori lockdown.
Goldman Sachs (NYSE:GS) ha riferito che il risultato delle elezioni Usa non avrà una ricaduta sull'outlook rialzista relativo a petrolio e gas naturali e che un vittoria schiacciante dei Democratici potrebbe rappresentare uno stimolo positivo per tali settori.