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Greggio in rialzo, ma verso perdita settimanale su ipotesi aumento offerta

Pubblicato 11.03.2022, 13:07
Aggiornato 11.03.2022, 13:09
© Reuters. Una pompa petrolifera presso il Bacino di Permian a Loving County, in Texas.  REUTERS/Angus Mordant

LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio guadagnano terreno sui persistenti timori di problemi per l'offerta di greggio e prodotti petroliferi russi, ma sono indirizzati verso il maggior calo settimanale da novembre dopo un'altra settimana volatile.

I prezzi del greggio hanno visto un'impennata dopo l'invasione russa dell'Ucraina, toccando i massimi dal 2008, ma questa settimana hanno un po' ritracciato sulle speranze che alcuni paesi possano intervenire per aumentare la produzione. Tuttavia i timori di maggiori restrizioni contro il greggio russo persistono e oggi sono tornati sotto i riflettori.

Intorno alle 12,15, i futures sul Brent guadagnano 4,28 dollari, o il 3,9%, a 113,61 dollari il barile. I futures sul greggio Usa balzano di 3,90 dollari, o del 3,7%, a 109,92 dollari il barile.

Il Brent si appresta a chiudere la settimana in ribasso del 5,4% dopo aver raggiunto 139,13 dollari il barile lunedì. Il greggio Usa è indirizzato verso una flessione del 6,2% dopo aver toccato lunedì un massimo di 130,50 dollari. L'ultima volta che i due contratti avevano toccato questi livelli era nel 2008.

La scorsa settimana il Brent ha guadagnato oltre il 20%, il maggior balzo settimanale in termini percentuali da maggio 2020, quando il Brent trattava a meno di 30 dollari il barile.

La volatilità di questa settimana è stata alimentata dal conflitto tra Russia e Ucraina, che ha spinto gli Stati Uniti e diverse major petrolifere occidentali a interrompere gli acquisti di greggio russo, tra ipotesi di un potenziale aumento dell'offerta da Iran, Venezuela ed Emirati Arabi Uniti.

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Gli analisti di Commerzbank (DE:CBKG) ora stimano che il Brent scambierà oltre i 100 il barile nel secondo trimestre e a circa 90 dollari il barile entro la fine dell'anno.

Nel breve termine, la mancata offerta russa probabilmente non potrà essere coperta da una produzione extra da parte dei membri Opec+, dato che la Russia è inclusa nel gruppo, secondo Vivek Dhar, analista di Commonwealth Bank.

Inoltre, alcuni produttori Opec+ come l'Angola e la Nigeria hanno avuto difficoltà a raggiungere i loro target di produzione, limitando ulteriormente la capacità del gruppo di compensare le perdite di offerta russa.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Sabina Suzzi)

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