(Reuters) - I prezzi del greggio registrano un aumento, sostenuti da un dollaro più debole, anche se i crescenti timori di un rallentamento dell’economia statunitense e l’impatto dei dazi sulla crescita economica globale hanno limitato i guadagni.
Intorno alle 11,40, i futures sul Brent avanzano di 68 centesimi, o dello 0,96%, a 70,24 dollari il barile, mentre quelli sul West Texas Intermediate guadagnano 70 centesimi, o l’1,06%, a 66,95 dollari il barile.
A sostenere il greggio negli ultimi giorni sono stati l’indebolimento del biglietto verde e l’Energy Information Administration (Eia), che si è allontanata dalle precedenti previsioni di un forte eccesso di offerta di petrolio per quest’anno, secondo l’analista di Ubs Giovanni Staunovo.
L’indice del dollaro, che ieri è sceso dello 0,5% ai nuovi minimi del 2025, ha fatto salire i prezzi del petrolio rendendo il greggio meno costoso per gli acquirenti che detengono altre valute.
Le politiche economiche di Trump si sono finora incentrate su una serie di annunci di dazi, alcuni dei quali sono entrati in vigore e altri sono stati rinviati o sono destinati a scattare in un secondo momento.
I mercati temono che i dazi possano far aumentare i prezzi per le imprese, incrementare l’inflazione e minare la fiducia dei consumatori, colpendo la crescita economica.
Gli investitori attendono i dati sull’inflazione statunitense, in agenda alle 13,30, per avere indizi sul percorso dei tassi di interesse, mentre monitorano attentamente anche i piani dell’Opec+. Il gruppo di produttori ha annunciato piani per aumentare la produzione ad aprile.
L’attenzione dei mercati è ora rivolta ai dati governativi sulle scorte di greggio statunitensi, previsti per le 14,30, per avere ulteriori spunti di trading.
(Tradotto da Claudio Leonel Piacquadio, editing Franesca Piscioneri)