Investing.com - I prezzi del petrolio rimbalzano questo lunedì, dopo un precedente calo, ma sono destinati a restare piuttosto volatili in attesa dei dati economici cinesi e del vertice della Fed nel corso della settimana.
Il futures del greggio West Texas Intermediate sono in salita dell’1,47% a 58,93 dollari al barile dopo aver toccato i minimi di 56,49 dollari, il minimo dal maggio 2009. I prezzi del greggio USA sono scesi del 12,19% la scorsa settimana, ai minimi di 57,40 di venerdì.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent è salito dell’1,96% a 63,37, dai minimi di cinque anni e mezzo di 60,69. Il Brent è sceso del 10,45% la scorsa settimana.
Sul petrolio aveva precedentemente pesato la decisione dell’Agenzia internazionale per l'energia di tagliare le previsioni per la domanda globale.
L’Agenzia internazionale per l'energia ha tagliato le previsioni di crescita della domanda per il 2015 di 230.000 barili al giorno a 0,9 milioni di barili al giorno, a causa di una sovrapproduzione ed un’economia globale più debole.
I titoli USA hanno segnato il maggiore calo settimanale degli ultimi due anni e mezzo la scorsa settimana, per via di un calo del settore energetico. I funzionari Fed hanno dichiarato che il calo del petrolio aiuterà l’economia statunitense. Gli investitori restano cauti in attesa del vertice della Fed, mentre la speculazione sulle prospettive di un aumento dei tassi di interesse USA nel prossimo anno ha alimentato le aspettative verso una variazione della politica in corso.
Sono attesi inoltre i dati di domani sul comparto manifatturiero cinese, dopo le notizie della scorsa settimana che hanno alimentato i segnali di rallentamento della seconda economia mondiale.
Il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra ha visto un calo di quasi il 47% da giugno, dopo l’impennata a circa 116 dollari al barile, mentre i futures del greggio WTI hanno perso quasi il 46% dal massimo di 107,50 dollari registrato a giugno.