Investing.com – I Futures del petrolio greggio sono in salita questo venerdì, spinti dai dati industriali cinesi, nonostante l’incertezza sul futuro del programma di stimolo della Federal Reserve che continua a pesare.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 103,97 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,55%.
Il contratto di settembre è sceso dello 0,93%, a 103,40 dollari al barile questo giovedì.
I prezzi del petrolio sono stati supportati dai dati di ieri che hanno mostrato che la produzione industriale in Cina è salita del 9,7% a luglio, superando le aspettative di un aumento del 9,0% ed alimentando i timori su un rallentamento della seconda economia mondiale.
Un secondo report ha mostrato che l’IPC in Cina è rimasto invariato al 2,7% lo scorso mese, contro le aspettative di un aumento al 2,8%.
I dati seguono di un giorno il report rilasciato ieri, che ha mostrato che le esportazioni sono salite del 5,1% rispetto all’anno precedente a giugno, allentando i timori di un rallentamento nella seconda economia globale.
I dati hanno inoltre mostrato che le importazioni sono salite del 10,9% su base annua, puntando ad una forte domanda interna.
Il surplus del paese si è ristretto a 17,8 milioni di dollari sul mese ed un surplus di 27,1 miliardi a giugno.
La Cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli USA, ed i dati del settore manifatturiero sono utilizzati come indicatori del futuro consumo di greggio.
Tuttavia, gli investitori restano cauti a causa di una serie di dati economici statunitensi rilasciati di recente che hanno alimentato l’incertezza sul futuro del programma di acquisti di bond.
Mercoledì la Presidente della Fed di Cleveland, Sandra Pianalto, ha dichiarato che ci sono stati “miglioramenti significativi” nel mercato del lavoro, e che la riduzione del programma sarà garantita se continuerà a rafforzarsi.
Le sue dichiarazioni fatto eco a quelle rese nella settimana dal Presidente della Fed di Chicago, Charles Evans e dal Presidente della Fed di Dallas, Richard Fisher.
L’allentamento quantitativo della Fed considerato da molti investitori come un motore dell’aumento dei prezzi delle materie prime, poiché tende a pesare sul valore del dollaro.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a settembre sono saliti dello 0,24% a 106,94 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 2,97 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 103,97 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,55%.
Il contratto di settembre è sceso dello 0,93%, a 103,40 dollari al barile questo giovedì.
I prezzi del petrolio sono stati supportati dai dati di ieri che hanno mostrato che la produzione industriale in Cina è salita del 9,7% a luglio, superando le aspettative di un aumento del 9,0% ed alimentando i timori su un rallentamento della seconda economia mondiale.
Un secondo report ha mostrato che l’IPC in Cina è rimasto invariato al 2,7% lo scorso mese, contro le aspettative di un aumento al 2,8%.
I dati seguono di un giorno il report rilasciato ieri, che ha mostrato che le esportazioni sono salite del 5,1% rispetto all’anno precedente a giugno, allentando i timori di un rallentamento nella seconda economia globale.
I dati hanno inoltre mostrato che le importazioni sono salite del 10,9% su base annua, puntando ad una forte domanda interna.
Il surplus del paese si è ristretto a 17,8 milioni di dollari sul mese ed un surplus di 27,1 miliardi a giugno.
La Cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli USA, ed i dati del settore manifatturiero sono utilizzati come indicatori del futuro consumo di greggio.
Tuttavia, gli investitori restano cauti a causa di una serie di dati economici statunitensi rilasciati di recente che hanno alimentato l’incertezza sul futuro del programma di acquisti di bond.
Mercoledì la Presidente della Fed di Cleveland, Sandra Pianalto, ha dichiarato che ci sono stati “miglioramenti significativi” nel mercato del lavoro, e che la riduzione del programma sarà garantita se continuerà a rafforzarsi.
Le sue dichiarazioni fatto eco a quelle rese nella settimana dal Presidente della Fed di Chicago, Charles Evans e dal Presidente della Fed di Dallas, Richard Fisher.
L’allentamento quantitativo della Fed considerato da molti investitori come un motore dell’aumento dei prezzi delle materie prime, poiché tende a pesare sul valore del dollaro.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a settembre sono saliti dello 0,24% a 106,94 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 2,97 dollari al barile.