Investing.com - I prezzi del greggio sono pressoché invariati negli scambi asiatici di questo venerdì, tra le notizie che Stati Uniti e Cina stanno compiendo progressi nelle trattative commerciali. Nel frattempo, i dati di questa mattina hanno rivelato un’attività industriale cinese più debole del previsto, riaccendendo i timori di un rallentamento economico nel paese.
In seguito alla conclusione delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina ieri, il Presidente USA ha reso noto che le due nazioni hanno compiuto “progressi sostanziali” nelle discussioni e che incontrerà “presto” il leader cinese Xi Jinping per cercare di siglare un accordo commerciale prima della scadenza del 1° marzo.
Intanto, sul prezzo del greggio pesano i dati secondo cui l’attività industriale cinese si è ridotta del massimo in quasi tre anni a gennaio.
L’indice manifatturiero di Caixin/Markit relativo a gennaio è sceso per il secondo mese consecutivo ed ha raggiunto 48,3 da 49,7 del mese prima. Gli analisti si aspettavano un calo marginale a 49,5.
I future del greggio WTI sono scambiati a 53,78 dollari al barile alle 1:56 ET (06:56 GMT), in calo dello 0,02%. Su gennaio, sono schizzati del 18,5%, il rialzo maggiore dall’aprile 2016. Secondo Reuters, l’impennata di quasi il 19% lo ha reso il gennaio migliore mai registrato per il WTI.
I future del Brent, il riferimento globale, vanno su dello 0,1% a 60,89 dollari. Il Brent è schizzato di circa il 15% a gennaio, anch’esso il miglior aumento mensile dall’aprile 2016.
I prezzi del greggio questa settimana sono stati supportati dalla decisione del governo Trump di applicare sanzioni contro la compagnia petrolifera nazionale di Caracas PDVSA, sanzioni che vanno a tutti gli effetti a bloccare le spedizioni verso gli Stati Uniti del greggio venezuelano, una varietà pesante ad alto contenuto di zolfo cruciale per la produzione di gasolio ed altri carburanti per mezzi di trasporto.
Anche i dati settimanali sul greggio USA che hanno rivelato un calo di 1,1 milioni di barili delle esportazioni saudite verso gli Stati Uniti sono stati considerati un vento a favore per la materia prima.