LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio si mantengono stabili sopra i 60 dollari a barile, sostenuti da un calo delle scorte Usa e dai tagli alla produzione da parte dell'Opec, nonostante persistenti timori sull'economia globale continuino a pesare sulle quotazioni.
Le scorte di greggio Usa sono diminuite di 2,7 milioni di barili nella settimana conclusasi il 16 agosto, superando le aspettative degli analisti, secondo i dati dell'Energy Information Administration (Eia). Le scorte di benzina e di prodotti distillati sono invece aumentate.
Intorno alle 11,45 italiane, il Brent sale di 37 centesimi a 60,67 dollari al barile. Il greggio Usa guadagna 35 centesimi a 56 dollari.
I trader rimangono in attesa del discorso di domani a Jackson Hole del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che potrebbe fare chiarezza sulle decisioni future della banca centrale in merito ai di tagli dei tassi d'interesse.
"I prezzi oggi sono sostanzialmente invariati nello stesso range relativamente stretto", osserva Olivier Jakob della Petromatrix. "I riflettori sono ora puntati su Jackson Hole, alla fine della settimana".
Il prezzo del Brent è in aumento del 12% quest'anno, sostenuto dai tagli alla produzione varati dall'Opec cui si sommano i tagli delle esportazioni in Iran e Venezuela, entrambe soggette alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti.
Teheran ha dichiarato ieri che se le esportazioni di petrolio iraniane dovessero essere ridotte a zero, le acque internazionali non godrebbero dello stesso grado di sicurezza di prima, mettendo Washington in guardia contro un aumento delle pressioni sul paese.
Tuttavia, il rallentamento della crescita economica sullo sfondo della controversia commerciale tra Usa e Cina e l'incognita Brexit continuano a fare pressioni sui prezzi.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato ieri di essere "il prescelto" per affrontare gli squilibri commerciali con la Cina, anche se il Congressional Budget Office, agenzia federale statunitense incaricata di fornire dati economici al Congresso, ha avvertito che le tariffe imposte dal presidente danneggeranno l'economia Usa.
Il Simposio di Jackson Hole svolge un ruolo importante per le sorti del petrolio, considerando che segnali da parte della Fed di un allentamento della politica monetaria incidono sull'andamento del dollaro statunitense. Una valuta Usa più debole tende a sostenere i prezzi del petrolio, e oggi il dollaro perde terreno nei confronti di un paniere di altre principali valute. Gli analisti mettono in guardia su una possibile volatilità del mercato.