LONDRA (Reuters) - Il greggio segna nuovi massimi dell'anno, trainato dal calo del dollaro e dalle indicazioni di una flessione dell'offerta statunitense, e si avvia a chiudere il mese con la performance più forte da aprile dello scorso anno.
La prospettiva di un accordo tra i maggiori esportatori per limitare la produzione, che è servita da catalizzatore per il balzo del 55% messo a segno da metà febbraio, si è affievolita circa due settimane fa quando l'incontro tra i membri Opec e le controparti non-Opec è finito in uno stallo.
"C'è stato un punto di svolta con un sell-off iniziale dopo il meeting dei produttori", commenta lo strategist di CMC Markets Jasper Lawler. "Poi però c'è stato un cambiamento di rotta, a dimostrazione che un congelamento della produzione era soltanto una piccola parte di quello che aveva sostenuto i prezzi. In effetti, sono le prospettive sull'offerta negli Usa insieme al dollaro che stanno indirizzando il mercato".
Intorno alle 12,05 il contratto sul Brent per consegna giugno sale di 1,12 dollari (+2,45%) a quota 46,86, con un balzo di quasi il 20% per aprile, il più consistente in un anno. Il benchmark ha toccato in seduta un massimo del 2016 di 47,05 dollari.
La scadenza analoga sul greggio Usa sale di 91 cent a 44,95 dollari.
A sostenere il contratto Usa anche i dati Api che hanno mostrato un decumulo settimanale di quasi 1,1 milioni di barili delle scorte di greggio, mentre gli analisti si aspettavano un aumento di 2,4 milioni.