(Reuters) - Seduta positiva per i prezzi del petrolio, che tuttavia si avviano verso un calo settimanale del 4%, con l’incertezza dettata dalle politiche commerciali statunitensi che fomenta timori sulla domanda, mentre l’Opec+ si prepara ad aumentare la produzione.
Alle 12,30, i futures sul Brent sono in rialzo di 1,23 dollari, o dell’1,76%, a 70,69 dollari al barile. Il West Texas Intermediate guadagna 1,16 dollari, o l’1,75%, a 67,52 dollari al barile.
"La decisione dell’Opec+ di mettere in pausa i tagli volontari ha spinto i prezzi del petrolio sotto i 69 dollari al barile, e oggi il mercato rimbalza grazie ai commenti del segretario del Tesoro Scott Bessent che indicano che l’obiettivo degli Stati Uniti è quello di ridurre drasticamente le esportazioni di greggio iraniano", ha detto Harry Tchilinguirian di Onyx Capital Group.
Tuttavia, per la settimana il Brent perde il 3,8%, registrando il maggior calo settimanale dalla settimana dell’11 novembre. Il Wti è destinato a chiudere in calo del 3,7%, minimi settimanali dal 21 gennaio.
L’amministrazione Trump sta valutando un piano per ispezionare le petroliere iraniane in mare, portando avanti gli sforzi per ridurre al minimo le esportazioni di petrolio iraniano, ha scritto ieri Reuters, citando fonti che hanno familiarità con le discussioni.
Intanto i mercati globali sono stati scossi dalle fluttuazioni della politica commerciale degli Stati Uniti, il primo consumatore di petrolio al mondo.
"La volatilità è ancora alta, i timori per le misure di ritorsione delle tariffe statunitensi potrebbero ostacolare ulteriormente la ripresa economica delle principali economie", ha detto Ashley Kelty, analista di Panmure Liberum.
"La Cina ha indicato che potrebbe introdurre ulteriori misure di stimolo per attenuare l’impatto dei dazi statunitensi e questo ha contribuito a migliorare il sentiment che la crescita della domanda potrebbe essere migliore di quanto temuto in precedenza".
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)