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Greggio WTI giù di oltre l’1%, attesi dati sulle scorte

Pubblicato 11.05.2016, 09:58
© Reuters.  Il prezzo del greggio WTI crolla di oltre l’1%, attesi dati sulle scorte
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Investing.com - Il prezzo del greggio West Texas Intermediate scende negli scambi della mattinata europea di questo mercoledì, dopo l’impennata segnata nella notte, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della seduta mostrino che le scorte di greggio USA sono aumentate ad un tasso maggiore del previsto la scorsa settimana.

La U.S. Energy Information Administration pubblicherà il report settimanale sulle scorte di greggio oggi alle 14:30 GMT, o alle 10:30 ET, e si prevede un aumento di 0,7 milioni di barili.

Le scorte di benzina dovrebbero essere scese di 0,7 milioni di barili, mentre le scorte di prodotti raffinati, che comprendono il combustibile per il riscaldamento e il gasolio dovrebbero essere diminuite di 1,0 milioni di barili secondo gli analisti.

Ieri, alla chiusura dei mercati l’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono salite di 3,5 milioni di barili nella settimana conclusasi il 6 maggio, contro le aspettative di un aumento di 0,3 milioni di barili.

Le scorte a Cushing, Oklahoma, il principale hub di consegna del WTI, sono aumentate di 1,5 milioni di barili, secondo l’API, mentre le scorte di benzina sono salite di 0,3 milioni di barili e le scorte di prodotti raffinati hanno visto un calo di 1,4 milioni di barili.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a giugno crolla di 63 centesimi, o dello 1,41%, a 44,03 dollari al barile alle 07:58 GMT, o alle 3:58 ET.

Ieri, il prezzo del Nymex è schizzato di 1,22 dollari, o del 2,81%, a causa dell’incendio nella regione delle sabbie petrolifere in Canada che ha comportato la chiusura degli impianti, riducendo la produzione di circa 1,5 milioni di barili al giorno.

Tuttavia, le compagnie vicine a Fort McMurray hanno ripreso le attività ieri e la produzione dovrebbe gradualmente tornare ad aumentare nei prossimi giorni.

Dopo essere crollati al minimo di 13 anni di 26,05 dollari l’11 febbraio, il prezzo del Nymex ha poi subito un’impennata di circa il 55% grazie alla riduzione della produzione di petrolio di scisto che ha incoraggiato il sentimento. Tuttavia, gli analisti ritengono che le condizioni del mercato rimangano deboli a causa dell’eccesso di scorte.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a luglio crolla di 60 centesimi, o dell’1,32%, a 44,92 dollari al barile, dopo essere schizzati di 1,89 dollari, o del 4,33%, ieri tra il calo della produzione e l’interruzione delle forniture da parte di Libia e Nigeria.

Sui prezzi pesa inoltre uno scontro tra i produttori del Medio Oriente per la partecipazione sul mercato asiatico. L’Iran ha fissato il prezzo di vendita ufficiale di giugno per il greggio destinato ai mercati asiatici al minimo dal 2007-2008 rispetto ad Arabia Saudita ed Iraq, un ulteriore segnale che i produttori sono disposti ad accettare i prezzi bassi pur di avere una partecipazione sul mercato.

I futures del Brent sono schizzati di quasi il 60% dopo essere scesi sotto i 30 dollari al barile a metà febbraio, nonostante il nulla di fatto delle trattative di aprile a Doha tra i produttori OPEC e non-OPEC per il congelamento della produzione. L’OPEC si incontrerà di nuovo il 2 giugno a Vienna e potrebbe discutere ancora dell’iniziativa.

Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 91 centesimi, rispetto agli 86 centesimi segnati alla chiusura di ieri.

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