Investing.com - Il prezzo del greggio continua a schizzare alle stelle per il secondo giorno consecutivo questo giovedì grazie all’accordo siglato dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio per limitare la produzione della materia prima.
Il greggio USA balza di 48 centesimi o dell’1% a 50,01 dollari al barile alle 11:16 GMT, un livello che non si registrava dal 25 ottobre.
I future Brent, riferimento globale, si attestano a 52,47 dollari al barile, schizzando di 62 centesimi, o dell’1,22% al massimo dal 20 ottobre.
Ieri il Brent si è attestato a 50,47 dollari, con un’impennata di 4,09 dollari, o dell’8,8%, dopo aver segnato il massimo intraday di 50,49 dollari. Il greggio USA ha chiuso a 49,44 dollari, con un rimbalzo di 4,21 dollari, o del 9,3%.
Ieri l’OPEC ha confermato il primo taglio della produzione dal 2008, finalizzato a ridurre l’eccesso delle scorte globali che ha causato il dimezzamento dei prezzi del greggio a partire dal 2014.
Il cartello di 14 membri è responsabile di un terzo della produzione globale di greggio con 33,6 milioni di barili al giorno. L’accordo prevede un taglio di 1,2 milioni di barili al giorno a partire dal gennaio 2017.
L’Arabia Saudita effettuerà la riduzione maggiore, tagliando la produzione di 486.000 barili al giorno e rinunciando alla richiesta che anche l’Iran limiti la propria produzione: un accordo considerato una vittoria per Tehran.
Il gruppo ha dichiarato che valuterà l’efficacia dell’accordo dopo sei mesi.
Il patto comprende anche un’azione coordinata con i membri non-OPEC, che dovrebbero ridurre la produzione di 600.000 barili al giorno.
Questa mattina, il Ministro per l’Energia russo Alexander Novak ha dichiarato che taglierà la produzione dai livelli di novembre-dicembre.
Ieri Novak ha reso noto che la Russia ridurrà la produzione fino a 300.000 barili al giorno nell’ambito dell’accordo stretto con l’OPEC.
Tuttavia gli analisti hanno dichiarato che i tagli potrebbero comportare un aumento della produzione da parte di altri produttori, in particolare da parte dei produttori di petrolio da scisto statunitensi.
Gli esperti sono inoltre scettici circa l’attuazione del piano, dal momento che l’OPEC non ha alcuna autorità per far sì che i membri rispettino l’accordo.