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Il greggio stabile tra i segnali rialzisti mantiene i guadagni settimanali

Pubblicato 18.05.2018, 10:23
Aggiornato 18.05.2018, 10:23
© Reuters.

© Reuters.

Investing.com - Il prezzo del greggio è stabile questo venerdì, le imminenti sanzioni contro l’Iran, il persistere della crisi economica in Venezuela e la forte domanda continuano a supportare i prezzi.

I future del greggio West Texas Intermediate scambiati a New York salgono di 15 centesimi, o dello 0,2%, a 71,64 dollari al barile alle 4:21 ET (08:21 GMT).

Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, sono in salita di 42 centesimi, o dello 0,5%, a 79,72 dollari al barile.

Entrambi i riferimenti hanno segnato i massimi dal 2014 ieri, con il Brent che è brevemente riuscito a superare gli 80 dollari per poi ridurre i guadagni. Salendo ancora questo venerdì, il greggio USA e il Brent si avviano a registrare dei rimbalzi settimanali rispettivamente dell’1,3% e del 3,2%.

Il greggio si sta rafforzando da quando il Presidente Donald Trump l’8 maggio ha annunciato l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano e la riapplicazione delle sanzioni.

Secondo gli operatori dei mercati, questo potrebbe ridurre le scorte di greggio globali poiché renderebbe più difficili le esportazioni petrolifere per l’Iran.

L’Iran, importante produttore petrolifero del Medio Oriente nonché membro dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC), ha ripreso il suo ruolo di principale esportatore nel gennaio 2016, quando le sanzioni internazionali contro Tehran sono state annullate in cambio di una riduzione del programma nucleare del paese.

Ad alimentare l’apprensione per le forniture, l’aumento dei disordini in Venezuela in vista delle elezioni presidenziali di domenica che per molte nazioni come Stati Uniti, Unione Europea, Messico, Brasile e Colombia sono “illegittime”.

La produzione venezuelana è crollata a 1,5 milioni di barili il mese scorso, il minimo da decenni, per via della crisi economica che affligge il paese.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, il prezzo del greggio viene supportato dai dati rialzisti sulle scorte USA da cui è emerso che sia le scorte di greggio che quelle di benzina sono scese più del previsto la scorsa settimana, secondo quanto reso noto dalla Energy Information Administration (EIA) ieri.

Le scorte di greggio USA sono diminuite di 1,404 milioni di barili nella settimana terminata l’11 maggio, superando le aspettative di un calo di soli 0,763 milioni di barili, mentre le scorte di benzina sono scese di 3,790 milioni di barili, più degli 1,421 milioni previsti.

I dati settimanali sull’attività di trivellazione che saranno pubblicati da Baker Hughes nel corso della giornata forniranno agli investitori nuovi dettagli sulla produzione petrolifera statunitense e sulla domanda.

I dati della scorsa settimana hanno rivelato che il numero di impianti attivi è salito per la sesta settimana consecutiva, segnale di un possibile aumento della produzione nazionale, alimentando i timori che questo incremento possa finire per vanificare gli sforzi compiuti dall’OPEC per ridurre la produzione e riportare il mercato in equilibrio.

I future della benzina salgono dello 0,1% a 2,2520 dollari al gallone alle 4:22 ET (8:22 GMT), mentre il combustibile da riscaldamento è in salita dello 0,3% a 2,2886 dollari al gallone.

I future del gas naturale scendono dello 0,4% a 2,848 dollari per milione di BTU in attesa dei dati settimanali sulle scorte.

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