Investing.com - Il prezzo del greggio oscilla tra lievi rialzi e ribassi negli scambi della mattinata europea di questo martedì, dopo i crolli registrati nella notte, mentre i traders attendono i nuovi dati settimanali sulle scorte USA di greggio e prodotti raffinati.
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di domani dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono aumentate di 0,5 milioni di barili nella settimana terminata il 6 maggio.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a giugno sale di 1 centesimo, o dello 0,02%, a 43,45 dollari al barile alle 06:47 GMT, o alle 02:47 ET, dopo aver segnato il minimo intraday di 43,03 dollari, il minimo dal 26 aprile.
Ieri, il prezzo del Nymex è crollato di 1,22 dollari, o del 2,73% dopo i dati che hanno mostrato un aumento delle scorte statunitensi. Secondo le stime di Genscape, le scorte a Cushing, in Oklahoma, il principale hub di consegna del greggio USA, sono salite di 1,4 milioni di barili la scorsa settimana.
Dopo essere crollati al minimo di 13 anni di 26,05 dollari l’11 febbraio, il prezzo del Nymex ha poi subito un’impennata di circa il 55% grazie alla riduzione della produzione di petrolio di scisto che ha incoraggiato il sentimento. Tuttavia, gli analisti ritengono che le condizioni del mercato rimangano deboli a causa dell’eccesso di scorte.
Intanto, i traders degli energetici stanno rivalutando l’impatto degli incendi che hanno colpito la parte occidentale del Canada. I vigili del fuoco hanno dichiarato che le temperature più basse hanno rallentato l’espandersi dell’incendio a partire da domenica, facendo diminuire i timori per un’interruzione delle scorte dalle vaste riserve di sabbie petrolifere del paese.
Fort McMurray è il cuore della regione delle sabbie petrolifere canadesi. Negli ultimi giorni è mancata circa la metà della produzione di greggio proveniente dal paese, quasi un milione di barili al giorno.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a luglio ha toccato il minimo della seduta di 43,33 dollari al barile, un livello che non si registrava dal 20 aprile, prima di attestarsi a 43,85 dollari negli scambi della mattinata londinese, in salita di 22 centesimi, o dello 0,5%.
Ieri, i futures del Brent scambiati sulla borsa di Londra hanno registrato un crollo di 1,74 dollari, o del 3,84%, mentre l’attenzione degli investitori è tornata ad essere rivolta all’eccesso di scorte globali.
I futures del Brent sono schizzati di quasi il 60% dopo essere scesi sotto i 30 dollari al barile a metà febbraio, nonostante il nulla di fatto delle trattative di aprile a Doha tra i produttori OPEC e non-OPEC per il congelamento della produzione. L’OPEC si incontrerà di nuovo il 2 giugno a Vienna e potrebbe discutere ancora dell’iniziativa.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 40 centesimi al barile, rispetto agli 19 centesimi segnati alla chiusura di ieri.