Investing.com - Il prezzo del greggio riduce i guadagni negli scambi statunitensi di questo lunedì, dopo l’impennata segnata nella notte per via dell’enorme incendio in Canada che continua a pesare sull’estrazione dalle sabbie petrolifere del paese.
La produzione si è ridotta di almeno 645.000 barili al giorno, secondo quanto reso noto dai comunicati ufficiali, ma il dato reale potrebbe avvicinarsi ad un milione di barili al giorno, o a quasi la metà del totale della produzione canadese pari a 2,5 milioni di barili al giorno.
Intanto, i mercati valutano la nomina di Khalid al-Falih come nuovo ministro del petrolio saudita. Il presidente della compagnia petrolifera statale Saudi Aramco succede ad Ali al-Naimi, in carica da 20 anni.
La politica saudita non dovrebbe avere ripercussioni da questa nuova nomina. Ieri Falih ha dichiarato che il principale esportatore mondiale di greggio continuerà a soddisfare la domanda e manterrà invariata la politica petrolifera.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a giugno sale di 4 centesimi, o dello 0,09% a 44,70 dollari al barile alle 12:40 GMT, o alle 8:40 ET, dopo essere balzato del 2,1% al massimo giornaliero di 45,94 dollari.
Venerdì, il prezzo del Nymex è salito di 34 centesimi, o dello 0,77%. Nonostante i rialzi di venerdì, il prezzo del greggio ha chiuso la settimana in calo per via dei timori per un eccesso delle scorte globali. La scorsa settimana, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati di 1,24 dollari, o del 2,74%, interrompendo quattro settimane consecutive di aumenti.
Dopo essere crollati al minimo di 13 anni di 26,05 dollari l’11 febbraio, il prezzo del Nymex ha poi subito un’impennata di circa il 55% grazie alla riduzione della produzione di petrolio di scisto che ha incoraggiato il sentimento. Secondo quanto dichiarato venerdì dall’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è sceso di 4 unità la scorsa settimana, a 328, un nuovo minimo di sei anni. Nello stesso periodo, lo scorso anno erano attivi 668 impianti.
Tuttavia, gli analisti ritengono che le condizioni del mercato rimangano deboli a causa dell’eccesso di scorte. La U.S. Energy Information Administration ha dichiarato che le scorte di greggio sono aumentate di 2,8 di barili la scorsa settimana ad un nuovo massimo storico di 543,4 milioni di barili.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a luglio schizza dell’1,6% al massimo della seduta di 46,48 dollari al barile, prima di ridurre i guadagni ed attestarsi a 45,24 dollari, in calo di 13 centesimi, o dello 0,29%.
I futures del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra sono crollati di 2,00 dollari, o del 5,73% la scorsa settimana, il primo calo settimanale delle ultime cinque settimane.
I futures del Brent sono schizzati di quasi il 60% dopo essere scesi sotto i 30 dollari al barile a metà febbraio, nonostante il nulla di fatto delle trattative di aprile a Doha tra i produttori OPEC e non-OPEC per il congelamento della produzione. L’OPEC si incontrerà di nuovo il 2 giugno a Vienna e potrebbe discutere ancora dell’iniziativa.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 54 centesimi al barile, rispetto ai 71 centesimi segnati alla chiusura di venerdì.
Questa settimana, l’attenzione degli investitori sarà rivolta ai dati di domani e di mercoledì per avere maggiori indicazioni sulle scorte e la domanda.
I traders seguiranno anche i report mensili dell’Agenzia Internazionale per l’Energia e dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio per valutare i livelli delle scorte e della domanda globali.