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Italia taglia produzione riso su previsioni secondo anno di siccità

Pubblicato 24.03.2023, 15:45
Aggiornato 24.03.2023, 15:56
© Reuters. Il letto in secca del fiume Gesso vicino a Cuneo. 22 marzo 2023.  REUTERS/Claudia Greco/

© Reuters. Il letto in secca del fiume Gesso vicino a Cuneo. 22 marzo 2023. REUTERS/Claudia Greco/

di CarloGiovanni Boffa

(Reuters) - La produzione italiana di riso è destinata a diminuire nel 2023, con gli agricoltori alle prese col secondo anno di siccità che hanno ridotto la superficie dedicata alla risicoltura ai minimi di oltre 20 anni.

A lanciare l'allarme sono le associazioni di categoria degli agricoltori.

L'Italia produce circa il 50% del riso coltivato nell'Unione europea, ed è l'unico produttore al mondo delle varietà di riso più adatte al risotto come Arborio e Carnaroli. 

Circa il 94% del riso raccolto in Italia è coltivato in Piemonte, vicino a Vercelli e Novara, e in Lombardia, nell'area del pavese.

Roberto Magnaghi, direttore generale dell'Ente Nazionale Risi, un ente del ministero dell'Agricoltura, ha detto a Reuters che nel 2023 saranno seminati al massimo 211.000 ettari di riso, il minimo dal 2000.

"Quest'anno stiamo tutti guardando il cielo, perché non piove", ha detto Magnaghi.

La stima per il 2023 è minore di 7.400 ettari rispetto al 2022 e di 16.000 rispetto al 2021.

Anche la Coldiretti ha pubblicato stime analoghe.

Magnaghi ha affermato che le previsioni per il raccolto in Lombardia e Piemonte sono ancora più fosche rispetto al 2022, quando ettari di risaie sono stati distrutti dalla siccità e la produzione è diminuita del 17% rispetto all'anno precedente. Nel pavese, dove si coltiva solo riso da risotto, la produzione è scesa del 16%.

I livelli di umidità del suolo non sono ancora tornati alla normalità dopo la siccità dello scorso anno, e l'attuale accumulo di neve sulle Alpi è inferiore a quello del 2022, ha detto Andrea Toreti, esperto di agricoltura presso il Centro comune di ricerca della Commissione europea.

"Sarà difficile colmare il deficit che abbiamo con le piogge primaverili", ha detto.

Scienziati e gruppi ambientalisti hanno lanciato un allarme sulla carenza d'acqua in Italia a gennaio, dopo il forte calo delle nevicate invernali.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al Senato martedì, ha detto di essere al lavoro con regioni e comuni per definire un "piano idrico nazionale", volto a migliorare le infrastrutture con nuove tecnologie e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di risparmiare acqua.

ACQUA SPRECATA

Il riso, introdotto in Italia nella seconda metà del XV secolo, è una delle colture a più alta intensità idrica: per ottenere un chilogrammo di prodotto sono necessari da 3.000 a 10.000 litri d'acqua, a seconda delle varietà e di altre condizioni.

La stagione della semina inizia ad aprile, quando gli agricoltori piantano i semi in vasche profonde da 30 a 40 centimetri. Queste devono poi essere costantemente irrigate per mantenere i germogli in arrivo sotto il livello dell'acqua.

La Coldiretti sta facendo pressing sul governo per aumentare la capacità dei bacini idrici, ha detto a Reuters il suo responsabile economico Lorenzo Bazzana, aggiungendo che l'Italia riesce a raccogliere solo l'11% dell'acqua piovana.

Con i cambiamenti climatici che portano a siccità sempre più frequenti, Roma sta cercando anche altre soluzioni volte a salvaguardare la produzione di riso.

In Sicilia, dove la risicoltura era stata abbandonata all'inizio del secolo scorso, si è ricominciato a coltivare riso nel 2016 in piccoli appezzamenti che utilizzano tecniche innovative che necessitano di molta meno acqua rispetto a quelle tradizionalmente utilizzate al nord.

© Reuters. Il letto in secca del fiume Gesso vicino a Cuneo. 22 marzo 2023.  REUTERS/Claudia Greco/

Magnaghi, dell'Ente Nazionale Risi, ha detto che i ricercatori stanno anche lavorando per creare nuove varietà di riso più resistenti alla siccità, ma questi sviluppi sono ostacolati dai regolamenti dell'Unione europea che limitano le colture geneticamente modificate.

"Con le attività di breeding tradizionali servono anni e anni e anni per cercare di creare varietà resistenti" ha detto Magnaghi.

(Tradotto da Luca Fratangelo e Carlo Giovanni Boffa, editing Stefano Bernabei)

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