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La crisi energetica colpisce anche l'India

Pubblicato 04.10.2021, 10:36
Aggiornato 04.10.2021, 11:30
© Reuters
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Di Alessandro Albano 

Investing.com - Dopo Europa, Regno Unito e Cina, anche l'India è sull'orlo della crisi energetica, tra una domanda di energia che ha superato di molto i livelli pre-pandemici e le forniture di combustibili fossili (la principale risorsa del Paese) che non riescono a tenere il passo. 

Le riaperture post-Covid e il ritorno alle attività hanno spinto la richiesta di energia delle industrie del 20% in più rispetto al 2019 causando uno shock dal lato dell'offerta, ed in particolare di quella del carbone, che rappresenta il 66% del fabbisogno energetico indiano, con la riserve delle centrali che si sono ridotte del 75%.

Secondo i numeri ufficiali del governo, oltre la metà delle 135 centrali a carbone dell'India ha scorte di carburante sufficienti per solo tre giorni di produzione, molto al di sotto delle linee guida federali che raccomandano forniture di almeno due settimane, alimentando le pressioni inflazionistiche sui prezzi delle materie prime.

Per sopperire alla mancanza di energia, il governo ha permesso di acquistare il carbone dalla vicina Indonesia, causando un aumento dei costi di circa il 30% in una settimana, con una quotazione di circa sette volte superiore a quello venduto da Coal India (NS:COAL) o altre importanti utility indiane, secondo dati Reuters.

"Prevediamo che la crisi dell'offerta continui", hanno affermato gli esperti di S&P CRISIL in una nota, "con il settore non energetico che deve affrontare le conseguenze maggiori in quanto le importazioni rimangono l'unica opzione per soddisfare la domanda, ma a costi crescenti".

Secondo gli analisti di S&P, i prezzi del carbone asiatico "continueranno ad aumentare", anche per la competizione in atto nella regione dell'Asia/Pacifico vista la necessità della Cina di trovare risorse di energia laddove disponibili ovunque nella regione. 

Chi ne approfitta in Borsa

A beneficiare del rialzo dei prezzi della materia prima, e del supply crunch energetico in generale, sono i titoli dei produttori di carbone, come la già citata Coal India Ltd (NS:COAL) che in mese ha raccolto sul mercato il 30%, o la cinese China Coal Energy (SS:601898) che in sei mesi ha guadagnato il 50%. 

Anche a Wall Street ne stanno beneficiando, con Arch Resources (NYSE:ARCH) e Peabody Energy (NYSE:BTU), i due principali fornitori di carbone del Paese, che negli ultimi 5 giorni hanno registrato rialzi rispettivamente del 21% e 18% circa. 

 

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