Di Mauro Speranza
Investing.com – Prezzi del petrolio che continuano a salire, nel giorno dopo la riunione dei paesi aderenti all’Opec a cui si aggiunge l’invitato permanente, la Russia.
Il future del greggio ha superato i 41 dollari nella mattinata di oggi, tornando così ai livelli dei primi giorni di settembre, mentre il Brent è scambiato a 43,5 dollari.
La riunione dell’Opec+ conclusasi ieri ha visto l’Arabia Saudita sottolineare l’importanza del rispetto dell’accordo sui tagli alla produzione petrolifera da parte di tutti i produttori.
Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, principe Abdul Aziz bin Salman all’apertura dell’incontro ministeriale in teleconferenza dei paesi produttori ha affermato che “il mancato rispetto degli accordi danneggia la stabilizzazione del mercato dell’energia e le parti dell’accordo dovrebbero ovviare alle loro mancanze senza abusare del meccanismo dello schema di compensazione”.
“Ogni azione o affermazione che metta in dubbio il nostro impegno (…) mina la stabilità del mercato”, ha proseguito il ministro saudita, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa ‘Sputnik’.
“Devo sottolineare che si è provato molte volte chiaramente nel passato a usare tattiche per produrre più del dovuto e nascondere il mancato rispetto” degli accordi, ha aggiunto, e queste “sono sempre fallite”. Il mancato rispetto degli accordi “indebolisce lo scopo collettivo del gruppo Opec+, mentre tentativi di superare in astuzia il mercato alla fine falliranno”, ha aggiunto il ministro.
In particolare, Bin Salman si riferiva al mancato rispetto degli accordi sui tagli alla produzione da parte di alcuni paesi aderenti all’Opec+, quali Iraq e Nigeria, che tuttavia nel mese di agosto sono riusciti a rispettare le loro quote e a introdurre alcune riduzioni aggiuntive per compensare mancanze dei mesi precedenti.
Inoltre, neanche gli Emirati Arabi Uniti, alleati dell’Arabia Saudita, in agosto non sono riusciti a rispettare i tagli e hanno superato la quota prevista dagli accordi.
Le decisioni dell’Opec Plus
La riunione dell’Opec si è conclusa con l’emissione di un comunicato stampa in cui si evidenziano i rischi legati al coronavirus, ancora presenti. “La JMMC (Commissione ministeriale congiunta di controllo) ha osservato che la ripresa non si sta mostrando bilanciata nel mondo e che in alcuni paesi è stato rilevato un aumento dei casi di COVID-19".
Peranto, "la JMMC (acronimo che sta per Joint Ministerial Monitoring Committee) ha enfatizzato l'importanza di essere pro-attivi e preventivi e ha invitato i paesi partecipanti a prendere ulteriori misure in caso di bisogno”, si legge nel testo.
Per quanto riguarda i tagli, la decisione dei produttori esclude nuove riduzioni dell’output, ma cercherà invece di implementare il contingentamento delle quote di 7,7 milioni di barili scattato lo scorso mese di agosto.
Gli attuali tagli vedono una riduzione della produzione pari a 7,7 milioni di barili al giorno e la riunione conclusasi ieri ha avvisato che verranno presi provvedimenti nei confronti dei membri che non rispettano tale accordo.
Le previsioni delle banche sul petrolio
Intanto, Goldman Sachs ha previsto che il mercato sarà in deficit di 3 milioni di barili al giorno entro il quarto semestre e ha ribadito l'obiettivo del Brent a 49 dollari entro la fine dell'anno e a 65 dollari entro il terzo trimestre del 2021.
Anche la banca svizzera Ubs ha fatto riferimento alla possibilità di un deficit di offerta nel mercato del petrolio, stimando che il Brent salirà a 45 dollari al barile nel quarto trimestre e a 55 dollari entro metà 2021.