Investing.com - I futures dell’oro continuano a scendere negli scambi statunitensi di questo lunedì, dopo il crollo registrato nella notte, mentre il dollaro si rafforza in seguito ai dati che hanno rivelato un miglioramento della crescita degli stipendi USA facendo passare in secondo piano il report deludente sull’occupazione e alimentando le aspettative di due aumenti dei tassi per quest’anno.
Il Dipartimento per il Lavoro venerdì ha reso noto che l’economia USA ha aggiunto 160.000 nuovi posti di lavoro il mese scorso, il minimo da settembre e meno dei 202.000 previsti. Tuttavia, dal report è emerso che la media dei compensi orari è aumentata di otto centesimi, o dello 0,3%, comportando un incremento annuo del 2,5% dal 2,3% di marzo.
Sempre venerdì, il Presidente della Fed di New York William Dudley ha dichiarato che sarebbe ragionevole prevedere due aumenti dei tassi quest’anno nonostante i dati deboli sull’occupazione del mese di aprile.
Stamane, Charles Evans, presidente della Fed di Chicago, ha dichiarato che i fondamentali economici USA sono positivi e prevede quindi che la crescita economica possa tornare al 2,5% nel corso dell’anno; inoltre, considera appropriata la decisione della Fed di “aspettare e valutare” .
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale a 94,13 nei primi scambi, il massimo dal 28 aprile. L’indice si è poi attestato a 94,04, in salita dello 0,22% sulla giornata.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, dal momento che riduce l’appeal del metallo come investimento alternativo e rende le materie prime valutate in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a giugno crolla del 2% al minimo giornaliero di 1.268,00 dollari l’oncia troy, prima di segnare una ripresa e attestarsi a 1.270,50 dollari alle 13:35 GMT, o alle 09:35 ET, con un crollo di 23,50 dollari, o dell’1,82%.
Venerdì, l’oro è schizzato di 21,70 dollari, o dell’1,71%. Il prezzo del metallo prezioso è salito di 3,50 dollari, o dello 0,29% la scorsa settimana, il secondo aumento settimanale consecutivo, nelle speculazioni che la Federal Reserve possa mantenere un approccio più lento e cauto nell’alzare i tassi di interesse quest’anno.
Il prezzo del metallo giallo è schizzato di quasi il 20% quest’anno per via della riduzione delle aspettative di una normalizzazione dei tassi da parte della Fed a causa dei timori per l’economia globale.
L’oro risente dell’andamento dei tassi USA, dal momento che i tassi alti farebbero aumentare il costo di investimenti senza rendimento come i lingotti. Un aumento graduale dei tassi di interesse avrebbe ripercussioni minori per il prezzo dell’oro rispetto ad una serie di aumenti in un breve lasso di tempo.
Questa settimana, l’attenzione degli investitori continuerà ad essere rivolta ai report economici statunitensi per valutare se la principale economia mondiale sia abbastanza forte da consentire ulteriori aumenti dei tassi nel 2016 ed i riflettori saranno puntati in particolare sui dati di venerdì sulle vendite al dettaglio. Inoltre, sono previsti altri commenti dei funzionari della Fed, commenti che saranno seguiti con particolare attenzione dai traders per avere maggiori indicazioni sulla tempistica del prossimo aumento dei tassi USA.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a luglio crollano di 39,7 centesimi, o del 2,27%, a 17,13 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata newyorkese, mentre i futures del rame registrano un crollo di 4,8 centesimi, o del 2,23% al minimo di quattro settimane di 2,107 dollari la libbra.
Il prezzo del rame scambiato sulla borsa di New York ha segnato un crollo di 11, 7 centesimi, o del 5,62% la scorsa settimana, il crollo settimanale maggiore dall’inizio del 2015, nei timori per l’economia cinese.
I dati commerciali mensili rilasciati ieri hanno rivelato un calo maggiore del previsto delle esportazioni e delle importazioni ad aprile, alimentando i timori per lo stato di salute della seconda economia mondiale.
Le esportazioni sono crollate dell’1,8% rispetto all’anno precedente, molto più del calo dello 0,1% previsto, mentre le importazioni hanno segnato un crollo del 10,9%, rispetto al 5,0% previsto. Di conseguenza, il surplus commerciale cinese è risultato pari a 45,6 miliardi di dollari il mese scorso, secondo l’Amministrazione Generale delle Dogane.
La nazione asiatica pubblicherà i dati sull’indice dei prezzi al consumo e sull’indice dei prezzi alla produzione per il mese di aprile domani, seguiti dai report sulla produzione industriale, gli investimenti fixed asset e le vendite al dettaglio venerdì.
La Cina, col 45% della richiesta globale del metallo rosso, è il principale consumatore mondiale di rame.