Investing.com - Il prezzo dell’oro sale negli scambi asiatici di questo martedì, restando positivo malgrado un recente rimbalzo del dollaro, con la domanda di asset rifugio sostenuta dall’incertezza per i dazi e i tassi di interesse USA.
Un attacco con droni contro una stazione di rifornimento russa ha alimentato i timori di un’escalation della guerra con l’Ucraina, minando i recenti commenti del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump circa un potenziale trattato di pace.
L’oro si lascia alle spalle anche la ripresa del dollaro di questa notte, con i prezzi spot che restano a circa 40 dollari dal massimo storico della scorsa settimana.
L’oro spot sale dello 0,5% a 2.912,81 dollari l’oncia, mentre i future dell’oro in consegna ad aprile sono in salita dello 0,5% a 2.925,72 dollari l’oncia al momento della scrittura.
Ma i prezzi dei metalli in generale sono andati sotto pressione per la forza del dollaro.
Persistono i timori per i dazi e l’incertezza per i tassi
La domanda di asset rifugio resta sostenuta dalla continua incertezza per i piani di Trump riguardo ai dazi commerciali, anche se il Presidente degli Stati Uniti ha reso noto che i dazi reciproci contro i partner commerciali statunitensi saranno applicati ad aprile.
Tuttavia, dalle notizie del weekend è emerso che l’Unione Europea sta valutando controlli all’importazione per determinati prodotti statunitensi, una decisione che potrebbe scatenare un’escalation delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
Trump la scorsa settimana aveva applicato dazi del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, alimentando i timori di una controffensiva da parte degli altri Paesi.
Inoltre, i mercati continuano a chiedersi se i tassi di interesse statunitensi resteranno alti per un periodo più lungo. Il Governatore della Federal Reserve Christopher Waller questo martedì ha dichiarato che, sebbene non creda che i dazi di Trump provocheranno un forte aumento dell’inflazione, è ancora a favore di mantenere i tassi di interesse stabili per un periodo più lungo.
I commenti di Waller arrivano dopo i dati della scorsa settimana da cui è emerso che l’inflazione statunitense è cresciuta più del previsto a gennaio.
Il dollaro recupera le recenti perdite questo martedì, pesando sui mercati dei metalli.
I future del platino si stabilizzano a 1.007,55 dollari l’oncia, mentre i future dell’argento salgono leggermente a 32,907 dollari l’oncia.
Tra i metalli industriali, i future del rame di riferimento sul London Metal Exchange si stabilizzano a 9.391,15 dollari la tonnellata, mentre i future del rame con consegna a marzo scendono dello 0,1% a 4,5880 dollari la libbra. Sui prezzi del rame hanno pesato le prese di profitto nelle ultime sedute, dopo un forte rialzo da fine gennaio.
Goldman Sachs (NYSE:GS) vede l’oro a 3.100 dollari entro fine 2025
Ieri Goldman Sachs ha alzato la sua previsione sul prezzo dell’oro a fine anno a 3.100 dollari l’oncia da 2.890 dollari l’oncia, citando l’aumento della domanda dalle banche centrali.
La banca di investimento ha dichiarato che la maggiore domanda da parte delle banche centrali farà salire il prezzo del 9% entro fine 2025. Il rialzo includerà anche più investimenti in ETF, con il calo dei tassi di interesse globali.
E questo dovrebbe aiutare il metallo giallo a sopportare la minore domanda di asset rifugio, soprattutto man mano che svanirà l’incertezza per le politiche statunitensi.
Ma, se l’incertezza politica, soprattutto i timori per i dazi, dovesse persistere nei prossimi mesi, GS si aspetta che l’oro schizzi a 3.300 dollari l’oncia entro fine 2025.
Numerose banche centrali globali, in particolare quelle dei mercati emergenti, hanno incrementato i loro acquisti di oro nell’ultimo anno, per l’aumento dell’incertezza per le politiche USA e per la forza del dollaro.