Investing.com - I prezzi di oro e argento sono in calo al minimo della seduta questo mercoledì, dopo i dati che hanno mostrato un aumento dell’attività manifatturiera nella regione di New York al ritmo più veloce dal maggio 2012 questo mese.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a febbraio sono scambiati a 1.235,20 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata statunitense, in calo dello 0,8%. I prezzi dell’oro erano precedentemente scesi al minimo giornaliero di 1.234,90 dollari l’oncia troy.
I futures troveranno supporto a 1.226,60 dollari l’oncia troy, il minimo dal 10 gennaio e resistenza a 1.254,90 dollari, il massimo dal 14 gennaio.
Intanto, l’argento con consegna a marzo è crollato dell’1,3% a 20,02 dollari l’oncia troy. I prezzi Comex dell’argento erano precedentemente crollati a 19,97 dollari l’oncia troy.
I futures dell’argento troveranno supporto a 19,54 dollari l’oncia troy, il minimo dal 10 gennaio e resistenza a 20,60 dollari l’oncia troy, il massimo dal 14 gennaio.
La Federal Reserve Bank di New York ha dichiarato che l’indice generale delle attività manifatturiere ha subito un’impennata del 12,51 a gennaio da una lettura di 2,22 a dicembre. Gli analisti avevano previsto che a gennaio l’indice arrivasse a 3,75.
Un secondo report ha mostrato che l’indice dei prezzi alla produzione è salito di un dato destagionalizzato dello 0,4% a dicembre, secondo le previsioni, dopo essere sceso dello 0,1% a novembre. L’indice dei prezzi alla produzione core è salito dello 0,3% il mese scorso, al di sopra del previsto aumento dello 0,1%, dopo essere aumentato dello 0,1% a novembre.
I dati positivi hanno contribuito ad alimentare le aspettative che la ripresa economica USA possa continuare a migliorare quest’anno e hanno fatto diminuire i timori per il report sorprendentemente debole della scorsa settimana sull’occupazione non agricola a dicembre.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dello 0,55% a 81,19. Un dollaro più forte in genere pesa sull’oro, dal momento che fa diminuire la richiesta del metallo come investimento alternativo e rende le materie prime valutate in dollari più costose per i titolari di altre valute.
I traders recentemente hanno seguito da vicino i report statunitensi per avere indicazioni su un eventuale ulteriore ridimensionamento dello stimolo da parte della Federal Reserve. La banca centrale terrà il prossimo vertice il 28 e 29 gennaio per rivedere l’economia e valutare la politica monetaria.
Sul Comex, i futures del rame con consegna a marzo sono in calo dello 0,4% a 3,324 dollari la libbra.
I prezzi del rame sono scesi dopo i dati che hanno mostrato come l’aumento dei prestiti e della massa monetaria delle banche cinesi per dicembre sia stato al di sotto delle aspettative, sottolineando i timori per le condizioni di liquidità.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, con il 40% della richiesta globale lo scorso anno.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a febbraio sono scambiati a 1.235,20 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata statunitense, in calo dello 0,8%. I prezzi dell’oro erano precedentemente scesi al minimo giornaliero di 1.234,90 dollari l’oncia troy.
I futures troveranno supporto a 1.226,60 dollari l’oncia troy, il minimo dal 10 gennaio e resistenza a 1.254,90 dollari, il massimo dal 14 gennaio.
Intanto, l’argento con consegna a marzo è crollato dell’1,3% a 20,02 dollari l’oncia troy. I prezzi Comex dell’argento erano precedentemente crollati a 19,97 dollari l’oncia troy.
I futures dell’argento troveranno supporto a 19,54 dollari l’oncia troy, il minimo dal 10 gennaio e resistenza a 20,60 dollari l’oncia troy, il massimo dal 14 gennaio.
La Federal Reserve Bank di New York ha dichiarato che l’indice generale delle attività manifatturiere ha subito un’impennata del 12,51 a gennaio da una lettura di 2,22 a dicembre. Gli analisti avevano previsto che a gennaio l’indice arrivasse a 3,75.
Un secondo report ha mostrato che l’indice dei prezzi alla produzione è salito di un dato destagionalizzato dello 0,4% a dicembre, secondo le previsioni, dopo essere sceso dello 0,1% a novembre. L’indice dei prezzi alla produzione core è salito dello 0,3% il mese scorso, al di sopra del previsto aumento dello 0,1%, dopo essere aumentato dello 0,1% a novembre.
I dati positivi hanno contribuito ad alimentare le aspettative che la ripresa economica USA possa continuare a migliorare quest’anno e hanno fatto diminuire i timori per il report sorprendentemente debole della scorsa settimana sull’occupazione non agricola a dicembre.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dello 0,55% a 81,19. Un dollaro più forte in genere pesa sull’oro, dal momento che fa diminuire la richiesta del metallo come investimento alternativo e rende le materie prime valutate in dollari più costose per i titolari di altre valute.
I traders recentemente hanno seguito da vicino i report statunitensi per avere indicazioni su un eventuale ulteriore ridimensionamento dello stimolo da parte della Federal Reserve. La banca centrale terrà il prossimo vertice il 28 e 29 gennaio per rivedere l’economia e valutare la politica monetaria.
Sul Comex, i futures del rame con consegna a marzo sono in calo dello 0,4% a 3,324 dollari la libbra.
I prezzi del rame sono scesi dopo i dati che hanno mostrato come l’aumento dei prestiti e della massa monetaria delle banche cinesi per dicembre sia stato al di sotto delle aspettative, sottolineando i timori per le condizioni di liquidità.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, con il 40% della richiesta globale lo scorso anno.