VIENNA (Reuters) - L'Arabia Saudita ha promesso di non inondare il mercato di petrolio con ulteriori barili di greggio nel giorno in cui la riunione dell'Opec si è conclusa senza un cambiamento della politica di produzione, mentre l'Iran insiste nel proprio diritto ad aumentare la produzione velocemente.
Le tensioni fra il regno sunnita e la Repubblica Islamica sciita avevano contraddistinto le precedenti riunioni dell'Opec, inclusa l'ultima dello scorso dicembre, quando il cartello dei principali paesi produttori di greggio non è riuscito a trovare un accordo su un obiettivo formale di produzione per la prima volta da anni.
Nella riunione odierna le tensioni sono state meno acute e il nuovo ministro dell'Energia saudita, Khalid al-Falih, ha mostrato un tono più conciliatorio da parte di Riad e di conseguenza l'Opec ha deciso all'unanimità di nominare il nigeriano Mohammed Barkindo nuovo segretario generale dell'organizzazione.
Diverse fonti Opec hanno detto che sia l'Arabia Saudita sia gli stati del Golfo hanno cercato di presentare una proposta che mettesse un tetto collettivo con l'obiettivo di porre fine alla battaglia di quote che ha fatto crollare i prezzi e ha portato a un taglio degli investimenti nel settore.
Tuttavia le stesse fonti hanno sottolineato che il cartello non è riuscito a trovare un accordo nel mettere un tetto alla produzione.
"Saremo molto gentili nel nostro approccio e non intendiamo scioccare il mercato in nessuno modo", ha detto il ministro saudita. "Non c'è alcun motivo per il quale l'Arabia Saudita debba inondare il mercato", ha aggiunto Falih.
Quanto all'Iran, il ministro del Petrolio, Bijan Zanganeh, ha spiegato che Teheran - tornata ad esportare dopo la fine delle sanzioni - non sosterrà alcun tetto collettivo e vuole che il dibattito sia focalizzato sulle quote individuali di produzione per paesi. "Senza le quote per paesi, l'Opec non può controllare nulla", ha detto, sottolineando che Teheran ha diritto a una quota, sulla base dei livelli di produzione storica, pari al 14,5% della produzione complessiva dell'Opec.
L'Opec sta pompando 32,5 milioni di barili di greggio al giorno e questo vuol dire che la quota dell'Iran sarebbe pari a 4,7 milioni, ben sopra la produzione attuale di 3,8 milioni, secondo stime di Teheran, o di 3,5 milioni secondo stime di mercato.
La prossima riunione dell'Opec è stata fissato al 30 novembre.
Intorno alle 16,00 il prezzo del petrolio è in deciso calo: il greggio Usa perde l'1,5% a 48,28 dollari al barile, mentre il Brent cede l'1,29% a 49,10 dollari al barile.