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BRUXELLES (Reuters) - I Paesi dell'Unione europea stanno valutando la possibilità di eliminare una parte centrale delle riforme del mercato elettrico europeo, in un momento di stallo tra Francia e Germania sugli aiuti di Stato alle centrali elettriche, come risulta da un documento visionato da Reuters.
I 27 Paesi Ue stanno cercando una posizione comune sulle riforme previste per il mercato dell'energia elettrica, ma paesi tra cui la Germania e la Francia, sono in disaccordo da mesi sul fatto che le regole potrebbero dare ad alcuni vantaggi competitivi a discapito di altri.
La questione sul tavolo è stabilire se i governi potranno offrire contratti di forniture energetiche a prezzo fisso, sostenuti dallo Stato, alle centrali elettriche esistenti, per poi utilizzare gli extra-ricavi generati da questi contratti per sovvenzionare le industrie.
La Francia vuole utilizzare questi sussidi per sostenere i propri impianti nucleari, con una proposta che ha il sostegno dei paesi del'Europa centrale e orientale. Ma la Germania e altri sono fermamente contrari, perché avvertono che ciò potrebbe avvantaggiare le industrie francesi rispetto alle loro.
Una bozza di compromesso, visionata da Reuters, propone di prendere in considerazione tre opzioni, tra cui quella di eliminare dalla riforma le norme sui sussidi.
Le altre due opzioni contenute nel documento preparato dalla Spagna, che detiene la presidenza di turno Ue, limiterebbero il modo in cui i singoli paesi possono utilizzare i ricavi ottenuti con i sussidi sui prezzi energetici, e consentirebbe a Bruxelles di intervenire e limitare l'uso di tali entrate se comporti qualche distorsione sul mercato unico Ue.
La mancata approvazione di questa parte della riforma non vieterebbe alla Francia e ad altri Paesi di offrire contratti di energia a prezzo fisso ai produttori. Ma potrebbe renderne più difficile l'utilizzo e subordinarlo all'approvazione di Bruxelles in base alle norme comunitarie sugli aiuti di Stato.
Un alto diplomatico dell'Ue ha detto che le due parti sono apparse "più distanti di quanto non fossero a giugno", riferendosi a una riunione in cui i ministri dell'energia dei Paesi dell'Ue non sono riusciti a trovare un compromesso sulla legge.
La proposta di riforma originaria della Commissione europea, presentata a marzo, mirava a portare i produttori di energia elettrica verso contratti a prezzo fisso a più lungo termine, in modo che i consumatori fossero meno esposti a picchi di prezzo del gas a breve termine come quelli registrati lo scorso anno.
A tal fine, Bruxelles ha proposto che il sostegno pubblico per i nuovi investimenti in impianti rinnovabili e nucleari debba assumere la forma di contratti di fornitura di energia a prezzo fisso garantiti dallo Stato. È questa la sezione che i Paesi possono eliminare.
Gli ambasciatori dei Paesi dell'Ue discuteranno la proposta mercoledì. I ministri dell'Energia si incontreranno il 17 ottobre per cercare di trovare un accordo.
(Tradotto da Camilla Borri, editing Andrea Mandalà)
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