Investing.com - I futures del petrolio greggio sono al livello più alto degli ultimi tre mesi questo mercoledì, con la propensione al rischio che si è rafforzata dopo l’accordo per evitare la crisi del precipizio fiscale.
La salita dell’oro nero è stata spinta dai dati incoraggianti cinesi.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono saliti a 92,77 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dell’ 1% sulla giornata. Gli scambi sono rimasti chiusi per le festività di Capodanno.
I futures della borsa di New York sono saliti stamane dell’1,1% a 92,84 dollari al barile, il massimo giornaliero ed il massimo dal 18 ottobre.
La Camera dei Rappresentati ha votato ieri sera a favore di un accordo per evitare l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica pari a 600 miliardi di dollari che sarebbe dovuto andare in vigore il 1° gennaio.
Il voto finale è 257 voti contro 167. Il voto è arrivato dopo l’approvazione del Senato con una grande maggioranza di 89 voti contro 8.
L’accordo, che prevede un aumento delle tasse per i redditi più alti ora passerà alla Casa Bianca, dove ci si aspetta che il Presidente Barack Obama lo converta in legge.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
I prezzi del petrolio hanno ricevuto un ulteriore supporto martedì, in seguito ai dati che hanno mostrato un aumento dell’indice PMI cinese per il terzo mese consecutivo a dicembre.
L’indice PMI è salito a 50,6 lo scorso mese, sopra il punto del 50.0 che indica un miglioramento del settore.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli Stati Uniti ed è stato il motore della crescita della domanda negli ultimi anni.
I numeri del comparto manifatturiero sono ritenuti degli indicatori per la domanda di petrolio.
La debolezza del dollaro spinge solitamente l’oro. L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei altre principali valute è sceso dello 0,1% a 79,87.
Un dollaro più debole rende più appetibili le materie prime espresse in dollari ai titolari di altre valute che le scelgono come investimento alternativo.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange sono saliti dello 0,6% a febbraio, a 111,77, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 19,00 dollari al barile.
La salita dell’oro nero è stata spinta dai dati incoraggianti cinesi.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono saliti a 92,77 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dell’ 1% sulla giornata. Gli scambi sono rimasti chiusi per le festività di Capodanno.
I futures della borsa di New York sono saliti stamane dell’1,1% a 92,84 dollari al barile, il massimo giornaliero ed il massimo dal 18 ottobre.
La Camera dei Rappresentati ha votato ieri sera a favore di un accordo per evitare l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica pari a 600 miliardi di dollari che sarebbe dovuto andare in vigore il 1° gennaio.
Il voto finale è 257 voti contro 167. Il voto è arrivato dopo l’approvazione del Senato con una grande maggioranza di 89 voti contro 8.
L’accordo, che prevede un aumento delle tasse per i redditi più alti ora passerà alla Casa Bianca, dove ci si aspetta che il Presidente Barack Obama lo converta in legge.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
I prezzi del petrolio hanno ricevuto un ulteriore supporto martedì, in seguito ai dati che hanno mostrato un aumento dell’indice PMI cinese per il terzo mese consecutivo a dicembre.
L’indice PMI è salito a 50,6 lo scorso mese, sopra il punto del 50.0 che indica un miglioramento del settore.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli Stati Uniti ed è stato il motore della crescita della domanda negli ultimi anni.
I numeri del comparto manifatturiero sono ritenuti degli indicatori per la domanda di petrolio.
La debolezza del dollaro spinge solitamente l’oro. L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei altre principali valute è sceso dello 0,1% a 79,87.
Un dollaro più debole rende più appetibili le materie prime espresse in dollari ai titolari di altre valute che le scelgono come investimento alternativo.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange sono saliti dello 0,6% a febbraio, a 111,77, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 19,00 dollari al barile.