Di Peter Nurse
Investing.com - I prezzi del petrolio si stabilizzano questo lunedì, tra le scorte tese e la debolezza del dollaro che contribuiscono a bilanciare la notizia che la Cina manterrà la sua politica restrittiva contro il COVID, il che potrebbe colpire la crescita della domanda da parte del maggiore importatore mondiale di greggio.
Alle 15:35 CET, i future del greggio USA salgono dello 0,1% a 92,72 dollari al barile, mentre il contratto del Brent registra +0,1% a 98,61 dollari.
Nel fine settimana la Cina ha affermato che manterrà la sua attuale strategia zero-COVID, con limitazioni agli spostamenti e possibili lockdown.
La notizia ha fatto scendere i prezzi di circa un dollaro al barile, spegnendo le speranze di vedere una svolta nel paese, mentre l’attività economica viene profondamente colpita da questa strategia.
La nazione ha riportato 5.436 casi di COVID ieri, in salita del 27% dal giorno prima, al massimo dal 2 maggio.
Le importazioni petrolifere cinesi risultano al massimo da maggio, ma il volume dei primi 10 mesi è ancora il 2,7% al di sotto del livello di un anno fa.
Tuttavia, la debolezza del dollaro offre supporto. L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei valute, scende dello 0,2% a 110,525 questo lunedì.
Un biglietto verde debole rende le materie prime valutate in dollari più economiche per i compratori esteri.
Le posizioni nette lunghe sul Brent sono aumentate di oltre 22.000 unità nell’ultima settimana, per un totale di 227.665 unità a martedì scorso, il massimo da giugno.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ed i suoi alleati, gruppo noto come OPEC+, si incontreranno all’inizio di dicembre e sembrano pronti a supportare i prezzi con altri tagli della produzione, se necessario.
Il gruppo ha deciso di tagliare 2 milioni di barili al giorno di produzione ad inizio ottobre, nel tentativo di supportare i prezzi che stavano scendendo.