Di Mauro Speranza
Investing.com – Torna la volatilità sui prezzi del petrolio, dopo il recupero dei giorni scorsi arrivato dalla graduale riapertura delle economie mondiali dopo il lockdown da coronavirus.
Il greggio WTI ferma la sua corsa intorno quota 36,80 dollari, dopo aver toccato un picco di 38 dollari, quotazione che non raggiungeva da marzo. In leggero calo anche il Brent (-1%), dopo aver raggiunto quota 40 dollari al barile.
Ieri l'American Petrolem Institute (API) ha diffuso di dati sulle scorte di greggio USA, indicando un calo di 483 mila barili, mentre oggi si attende il rapporto ufficiale sulle forniture da parte del governo tramite l'EIA.
Inoltre, il mercato si attende una decisione da parte dei produttori Opec. “Sta emergendo un consenso sul fatto che il gruppo di produttori prolungherà gli attuali tagli", spiega Stephen Brennock del broker petrolifero Pvm, riferendosi all'Opec e ai suoi alleati.
Il meeting dell'Opec, probabilmente anticipato a questa settimana rispetto al programma iniziale 9-10 giugno, potrebbe portare alla decisione di prolungare i tagli da 9,7 milioni di barili oltre giugno.
“La propensione al rischio è ancora la storia principale sui mercati azionari poiché gli investitori stanno scommettendo su una rapida ripresa delle economie. Questo scenario, unitamente alle aspettative di un’estensione del taglio di produzione da parte dell’Opec, sta sollevando i prezzi del petrolio”, sottolinea Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades.
Secondo Warren Patterson, responsabile della divisione di commodities di ING, "la domanda chiave è se questa estensione (dei tagli dell'Opec) sia qualcosa di cui il mercato abbia davvero bisogno".
"I prezzi si sono rafforzati in modo significativo nel corso dell'ultimo mese, sia per la ripresa della domanda che per i tagli attuali all'offerta. E il mercato aveva già scontato la transizione da una situazione di surplus a una di deficit, andando verso il secondo semestre di quest'anno", aggiunge Patterson.
La ripresa del rialzo dei prezzi potrebbe proseguire e "ovviamente, tagli più profondi velocizzerebbero il processo per riportare in equilibrio il mercato", conclude Patterson.
“In poche parole, l’intero scenario rimane favorevole al barile per il momento ma ci aspettiamo che la volatilità torni non appena l’economia inizierà a mostrare segnali di debolezza”, prevede De Casa.
"Con l'abolizione delle misure di blocco legate ai virus, ci aspettiamo una graduale ripresa della domanda", ha affermato Capital Economics in una nota, stimando che “il consumo globale di petrolio scenderà a poco meno di 92 milioni di bpd in media nel 2020 rispetto ai 100,2 milioni di bpd del 2019, prima che la pandemia travolgesse l'Europa e gli Stati Uniti, facendo evaporare la domanda di tutto, dai voli ai viaggi”.
Il petrolio finirà probabilmente in "un piccolo deficit nel corso di quest'anno, che dovrebbe fornire un ulteriore sostegno ai prezzi", aggiungono gli esperti.