Investing.com - I prezzi dell’oro sono rimasti sostanzialmente invariati nelle contrattazioni asiatiche di martedì, sostenuti dalla domanda di beni rifugio in seguito all’entrata in vigore dei dazi del presidente statunitense Donald Trump su Messico e Canada.
L’oro spot è rimasto stabile a 2.892,98 dollari l’oncia, mentre i future dell’oro con scadenza ad aprile hanno guadagnato lo 0,1% a 2.903,87 dollari l’oncia.
Oro stabile con l’entrata in vigore dei dazi di Trump su Messico e Canada
L’amministrazione del Presidente Trump ha implementato oggi le tariffe del 25% sulle importazioni da Messico e Canada, con l’obiettivo di rispondere alle preoccupazioni sull’immigrazione illegale e sul traffico di droga.
Lunedì Trump ha anche firmato un ordine per aumentare i dazi sulle merci cinesi al 20% - dal 10% - che era stato imposto in precedenza il 4 febbraio.
In risposta, la Cina ha annunciato tariffe di ritorsione sulle merci statunitensi, imponendo dazi del 15% su diversi prodotti agricoli.
Il Ministero del Commercio cinese ha aggiunto 15 entità statunitensi a una lista di controllo delle esportazioni e 10 imprese a una lista di entità inaffidabili, con effetto a partire dal 10 marzo.
L’imposizione di questi dazi ha provocato una significativa flessione dei mercati azionari globali. I principali indici, come il giapponese Nikkei 225 e quello di Hong Kong Hang Seng, hanno subito perdite sostanziali.
Negli Stati Uniti, lunedì il Dow Jones Industrial Average è sceso dell’1,5%, mentre il NASDAQ Composite è crollato del 2,6% e il S&P 500 dell’1,8%.
L’oro è rimasto stabile, mantenendo il suo appeal come investimento sicuro in periodi di incertezza economica.
Anche gli altri metalli preziosi sono rimasti fermi, grazie all’indebolimento del dollaro americano. I future del platino sono scesi dello 0,1% a 969,20 dollari l’oncia, mentre i future dell’argento sono scesi dello 0,2% a 32,269 dollari l’oncia.
Rame in calo; si attende la riunione parlamentare annuale della Cina
I prezzi del rame hanno subito una leggera flessione martedì, a causa delle politiche tariffarie di Trump che hanno pesato sul metallo rosso.
Gli investitori attendono con cautela le “due sessioni” parlamentari cinesi di questa settimana, alla ricerca di spunti per potenziali misure di stimolo economico volte a sostenere la domanda interna.
L’aumento della spesa per le infrastrutture e dell’attività industriale in Cina, il più grande consumatore di rame al mondo, potrebbe incrementare significativamente la domanda del metallo.
I future del rame al London Metal Exchange sono scesi dello 0,2% a 9.395,45 dollari la tonnellata, mentre i future del rame di aprile sono rimasti invariati a 4,895 dollari la libbra.