Investing.com - Il prezzo del greggio è pressoché invariato questo mercoledì, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della giornata mostrino un aumento delle scorte USA di benzina e carburante.
La U.S. Energy Information Administration rilascerà il report settimanale ufficiale sulle scorte relativo alla settimana terminata il 19 gennaio oggi alle 10:30 ET (15:30 GMT).
Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono salite di quasi 4,8 milioni di barili la scorsa settimana. Si tratta del primo aumento in dieci settimane e gli analisti avevano previsto un calo di 1,0 milioni di barili.
Tuttavia, dal report API è emerso anche un aumento di circa 4,1 milioni di barili delle scorte di benzina, mentre le scorte di prodotti raffinati, che includono il gasolio per i motori e il combustibile da riscaldamento, sono scese di circa 1,3 milioni di barili.
Ci sono spesso grosse differenze tra le stime API ed i dati ufficiali dell’EIA.
I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) salgono di 9 centesimi a 64,56 dollari al barile alle 3:55 ET (08:55 GMT). Il riferimento USA ha raggiunto i 64,89 dollari al barile il 16 gennaio, il massimo dal dicembre 2014.
Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, scendono di 13 centesimi a 69,83 dollari al barile, non lontano dal massimo di tre anni del 15 gennaio di 70,37 dollari al barile.
Il prezzo del greggio ha chiuso al rialzo ieri nell’ottimismo per i tagli alle scorte globali.
Il prezzo del greggio è schizzato di quasi il 50% dai 43 dollari al barile di giugno, grazie agli sforzi per tagliare la produzione organizzati dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e dalla Russia. I produttori a dicembre hanno deciso di estendere i tagli alla produzione petrolifera fino alla fine del 2018.
L’accordo per tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno è stato siglato lo scorso inverno dall’OPEC, dalla Russia e da altri nove produttori. Il patto sarebbe dovuto scadere nel marzo 2018 ed era già stato prorogato.
Analisti e trader avvertono che i produttori di petrolio da scisto USA potrebbero aumentare la produzione nel tentativo di trarre vantaggio dai prezzi più alti, vanificando gli sforzi dell’OPEC di ridurre le scorte in eccesso.
Intanto, i future della benzina sono stabili a 1,908 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento è stabile a 2,087 dollari al gallone.
I future del gas naturale schizzano di 15,5 centesimi, o del 4,5%, a 3,599 dollari per milione di BTU.
La materia prima ha visto un’impennata del 6,8% ieri al massimo dal 30 dicembre 2016, spinta dalle previsioni di temperature gelide in alcune parti degli Stati Uniti all’inizio di febbraio.