Investing.com - Il prezzo dell’oro scende questo giovedì, staccandosi dal massimo di due mesi segnato nella seduta precedente, tra il dollaro forte e la riduzione dei timori per l’inasprimento delle tensioni in Siria, che restano comunque nei pensieri degli investitori.
I future dell’oro con consegna a giugno sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange scendono di 9,5 dollari, o dello 0,68%, a 1,350,50 dollari l’oncia troy alle 05:28 ET (09:28 GMT).
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,28% a 89,47.Un dollaro più forte di solito rende il metallo prezioso, valutato in dollari, più costoso per i titolari di altre valute.
Il prezzo del metallo prezioso ha segnato il massimo di due mesi di 1.369,10 dollari ieri, spinto dalle tensioni geopolitiche.
In seguito alle dichiarazioni di un diplomatico russo, secondo cui le forze armate del suo paese abbatterebbero i missili USA lanciati in Siria, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito la Russia di ”prepararsi” ad un imminente attacco militare in risposta al presunto attacco chimico avvenuto nel fine settimana.
Gli investitori scelgono l’oro come riserva di valore nei periodi di turbolenza sul mercato e di tensioni politiche.
L’aumento delle tensioni geopolitiche ha spostato l’attenzione dai timori per la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, che nelle ultime settimane ha tenuto all’erta i mercati finanziari globali.
Il dollaro ha trovato supporto nei verbali di ieri del vertice di marzo della Federal Reserve dai cui è emerso che i funzionari ritengono che l’economia continuerà a stabilizzarsi e che l’inflazione salirà vicino all’obiettivo del 2% nei prossimi mesi.
Alcuni investitori pensano che i verbali facciano salire le probabilità di un inasprimento monetario più veloce da parte della Fed, un fattore potenzialmente ribassista per l’oro che fatica a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi salgono.
Tra gli altri metalli preziosi, i future dell’argento crollano dell’1,09% a 16,585 l’oncia troy, mentre i future del platino vanno giù dello 0,32% a 931,30 dollari.
Tra le materie prime, i future del rame registrano un tonfo del 2,05% a 3,054 dollari la libbra.