Ma trattandosi probabilmente di una correzione di mercato, sono attese nuove ondate di ribassi dovute alla riallocazione dei rischi: azioni growth tra le aree più vulnerabili.
Non bisogna mai dimenticare che stiamo attraversando la fase conclusiva del ciclo economico. Un ciclo particolarmente lungo, iniziato con la ripresa degli Stati Uniti inaugurata nel giugno del 2009 e che si avvicina a grandi passi ad essere la più lunga della storia. Ed è nei momento di difficoltà, che possono scattare all’improvviso esattamente come accaduto tra fine gennaio e inizio febbraio, che i mercati appaiono più vulnerabili soprattutto quando il cambio di umore degli investitori è alimentato da timori quali un brusco aumento dei rendimenti sui titoli di stato (Treasury) americani, da una Federal Reserve che appare meno accomodante e da una stagione degli utili che si preannuncia più incerta.
RIALLOCAZIONE DEI RISCHI SUL MERCATO
“Nonostante tutto, crediamo che questa sia una correzione di mercato e non l’inizio di un prolungato bear market (mercato ribassista). Ci aspettiamo che possa esserci ancora un’ondata di ribassi giustificata anche dalla riallocazione dei rischi sul mercato” tengono a far sapere Pascal Blanquè, Group Chief Investment Officer di AMUNDI, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief Investment Officer di AMUNDI. Un’opinione, la loro, corroborata dall’assenza degli elementi caratterizzanti un ‘bear market’...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Amundi