Investing.com - Il prezzo del rame sale al massimo di due settimane questo lunedì, dopo la decisione a sorpresa della banca centrale cinese di tagliare il coefficiente di riserva obbligatorio nel corso del weekend.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a maggio ha toccato il massimo della seduta di 2,829 dollari la libbra, il massimo dal 6 aprile, prima di attestarsi a 2,789 dollari negli scambi della mattinata europea, in salita di 1,5 centesimi, o dello 0,56%.
Supporto a 2,668 dollari, il minimo dal 15 aprile e resistenza a 2,831 dollari, il massimo dal 6 aprile.
Ieri la Banca Popolare Cinese ha annunciato di aver abbassato il coefficiente di riserva obbligatorio al 18,5% dal 19,5% a partire da oggi.
La decisione ha seguito i dati ufficiali della scorsa settimana che hanno rivelato una crescita del 7,0% dell’economia cinese nel primo trimestre, il tasso più lento dalla crisi finanziaria del 2008.
Anche i dati sulla produzione industriale, le vendite al dettaglio e gli investimenti fixed asset hanno deluso le aspettative, segnale che la Cina deve intervenire per evitare un ulteriore indebolimento economico.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.
Sul Comex, i futures dell’oro con consegna a giugno salgono di 3,50 dollari, o dello 0,29% a 1.206,60 dollari l’oncia troy, mentre i futures dell’argento con consegna a maggio sono in salita di 6,4 centesimi, o dello 0,39%, a 16,29 dollari l’oncia.
L’oro resta supportato tra le speculazioni che la Fed possa rinviare l’aumento dei tassi di interesse alla fine del 2015, anziché inasprire la politica monetaria a metà anno, dopo la recente serie di dati economici deludenti che hanno ridimensionato l’ottimismo per la ripresa economica.
L’oro beneficerebbe di un eventuale rallentamento dell’aumento dei tassi di interesse, poiché si ridurrebbero i costi di gestione del metallo, che non offre agli investitori un ritorno assicurato.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,12% a 97,74 questa mattina.
La preoccupazione per l’assenza di un accordo tra la Grecia ed i suoi creditori sulle riforme economiche per l’accesso ai fondi di salvataggio resta sotto i riflettori, alimentando i timori che la nazione possa essere costretta ad uscire dalla zona euro.