Investing.com - I futures del rame scendono questo lunedì, dopo i dati scoraggianti rilasciati in Cina e in Giappone, che hanno alimentato i timori sulle previsioni di crescita globale.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a marzo è in calo di 1,3 centesimi o dello 0,44% a 2,890 dollari la libbra negli scambi della mattinata europea,
I futures troveranno supporto a 2,860 dollari la libbra, minimo del 3 dicembre, resistenza a 2,939 dollari, il massimo del 5 dicembre.
Le esportazioni cinesi hanno segnato un aumento del 4,7% rispetto allo scorso anno, contro le aspettative di un aumento del 7,9%, mentre le importazioni sono scese del 6,7%, contro le previsioni di un aumento del 3,5%.
Il surplus commerciale del paese è salito a 54,5 miliardi di dollari lo scorso mese dai 45,4 miliardi di ottobre e contro le previsioni di una lettura a 43,2 miliardi.
I dati deludenti hanno alimentato le aspettative che Pechino possa implementare ulteriori misure di stimolo monetario a sostegno della crescita.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.
In Giappone i dati rivisti hanno mostrato che il prodotto interno lordo si è contratto dell’1,9% annuo, contro la stima preliminare di un calo dell’1,6%.
Su base trimestrale l’economia ha visto una contrazione dello 0,5% nel trimestre terminato a settembre, contro le aspettative di una contrazione dello 0,4%.
Venerdì il rame con consegna a marzo è sceso di 1,2 centesimi, o dello 0,41% a 2,902 dollari la libbra poiché i dati positivi sull’occupazione USA decisamente postivi hanno spinto le aspettative verso un primo aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve prima del previsto.
L’economia statunitense ha segnato 312.000 nuovi posti di lavoro a novembre, superando i 225.000 previsti dagli economisti e segnando il maggiore aumento mensile degli ultimi tre anni.
Il dato di ottobre è stato rivisto al rialzo a 243.000 unità dalle 214.000 precedentemente riportate; il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al minimo di sei anni del 5,8%.
I dati sull’occupazione decisamente postivi hanno spinto i mercati ad anticipare le aspettative per il primo aumento dei tassi di interesse a metà 2015, dal settembre 2015.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, ha toccato il massimo di 89,57, il massimo dal marzo 2009.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, poiché riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Sul Comex, i futures dell’oro con consegna a febbraio salgono di 5,60 dollari, o dello 0,47%, a 1.196,00 dollari l’oncia troy, mentre i futures dell’argento con consegna a marzo sono in salita di 10,0 centesimi, o dello 0,62%, a 16,35 dollari l’oncia.
Il prezzo dell’oro rimarrà vulnerabile a causa dei segnali di ripresa lanciati dall’economia statunitense, che potrebbero invogliare la Fed ad alzare i tassi di interesse prima e più velocemente del previsto.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sul prezzo dell’oro, poiché il metallo prezioso fatica a competere con gli investimenti ad alto rendimento in condizioni di tassi elevati.