Investing.com - I futures del petrolio greggio hanno esteso le perdite della seduta precedente al minimo di una settimana nella mattinata di lunedì, con i segni di un rallentamento dell’attività economica globale che pesano sull’appeal della materia prima unitamente ai timori sulla domanda futura.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad Aprile sono stati scambiati a 96,12 dollari al barile nella mattinata statunitense, in calo dello 0,3% sulla giornata.
I futures della borsa di New York sono scesi si un punto percentuale, al minimo della seduta di 96,00 dollari al barile. I prezzi del petrolio sono scesi a 95,23 dollari al barile venerdì, il livello più debole dall’11 febbraio.
Il sentimento dei mercati è rimasto contenuto dopo i dati della scorsa settimana che hanno mostrato che l’economia della zona euro si è contratta dello 0,6% nel trimestre a dicembre, contro le aspettative di un calo dello 0,4%.
Si è trattato del calo più veloce dal 2009 ed ha segnato il terzo trimestre consecutivo di contrazione.
Sempre la scorsa settimana i dati ufficiali hanno mostrato che l’economia del Giappone si è contratta dello 0,1% nel quarto trimestre, contro le aspettative di un aumento dello 0,1%.
Negli USA i dati di venerdì hanno mostrato una contrazione della produzione industriale dello 0,1% a gennaio contro le aspettative di un aumento dello 0,2% ed in seguito all’aumento dello 0,4% dello scorso mese.
I dati ribassisti hanno spostato gli investitori verso investimenti più rischiosi, dirigendoli verso la relativa sicurezza del dollaro USA.
L’indice del dollaro, che replica la perfomance del biglietto verde contro un paniere di sei altre principali valute è salito dello 0,3% a 80,81, il massimo dal 4 gennaio.
Un dollaro più forte pesa solitamente sul petrolio, poiché allenta la domanda di materie prime espresse in dollari rendendole più costose per i titolari di altre valute.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna ad aprile sono saliti dello 0,15% a 117,85 dollari al barile, con lo spread in calo a 21,73 dollari al barile.
I prezzi Brent hanno trovato il supporto dopo il report che ha mostrato che le esportazioni dall’Arabia Saudita, il principale esportatore di petrolio, sono scese per il terzo mese consecutivo a dicembre, a 7,06 milioni di barili al giorno, il minimo degli ultimi 15 mesi.
I traders del petrolio attendono i dialoghi in corso tra l’Iran e le principali potenze, fissati per il 26 febbraio per discuter del programma nucleare di Tehran.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad Aprile sono stati scambiati a 96,12 dollari al barile nella mattinata statunitense, in calo dello 0,3% sulla giornata.
I futures della borsa di New York sono scesi si un punto percentuale, al minimo della seduta di 96,00 dollari al barile. I prezzi del petrolio sono scesi a 95,23 dollari al barile venerdì, il livello più debole dall’11 febbraio.
Il sentimento dei mercati è rimasto contenuto dopo i dati della scorsa settimana che hanno mostrato che l’economia della zona euro si è contratta dello 0,6% nel trimestre a dicembre, contro le aspettative di un calo dello 0,4%.
Si è trattato del calo più veloce dal 2009 ed ha segnato il terzo trimestre consecutivo di contrazione.
Sempre la scorsa settimana i dati ufficiali hanno mostrato che l’economia del Giappone si è contratta dello 0,1% nel quarto trimestre, contro le aspettative di un aumento dello 0,1%.
Negli USA i dati di venerdì hanno mostrato una contrazione della produzione industriale dello 0,1% a gennaio contro le aspettative di un aumento dello 0,2% ed in seguito all’aumento dello 0,4% dello scorso mese.
I dati ribassisti hanno spostato gli investitori verso investimenti più rischiosi, dirigendoli verso la relativa sicurezza del dollaro USA.
L’indice del dollaro, che replica la perfomance del biglietto verde contro un paniere di sei altre principali valute è salito dello 0,3% a 80,81, il massimo dal 4 gennaio.
Un dollaro più forte pesa solitamente sul petrolio, poiché allenta la domanda di materie prime espresse in dollari rendendole più costose per i titolari di altre valute.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna ad aprile sono saliti dello 0,15% a 117,85 dollari al barile, con lo spread in calo a 21,73 dollari al barile.
I prezzi Brent hanno trovato il supporto dopo il report che ha mostrato che le esportazioni dall’Arabia Saudita, il principale esportatore di petrolio, sono scese per il terzo mese consecutivo a dicembre, a 7,06 milioni di barili al giorno, il minimo degli ultimi 15 mesi.
I traders del petrolio attendono i dialoghi in corso tra l’Iran e le principali potenze, fissati per il 26 febbraio per discuter del programma nucleare di Tehran.