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Sellff del greggio, il sentimento ribassista domina i mercati

Pubblicato 12.01.2015, 15:48
© Reuters.  Futures del greggio al minimo dalla primavera del 2009
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Investing.com - I futures del greggio crollano questo lunedì, con gli investitori che si concentrano sulle posizioni short in previsione di prezzi ancora più bassi, nella speculazione generale di un aumento delle scorte globali.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a febbraio ha toccato il minimo della seduta di 46,51 dollari al barile, il minimo dal marzo 2009, prima di attestarsi a 46,59 dollari negli scambi della mattinata statunitense, in calo dell’1,77 dollari, o del 3,66%.

Venerdì, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono scesi di 43 centesimi, o dello 0,88%, a 48,36 dollari al barile. Il greggio Nymex è sceso a di 4,33 dollari la scorsa settimana, il settimo calo settimanale consecutivo.

La banca d’investimenti di Wall Street Goldman Sachs ha tagliato le previsioni di prezzo per il 2015 del greggio WTI a 47,15 dollari al barile, in calo dalla previsione precedente di 73,75 dollari al barile.

Per il trimestre in corso, Goldman ha previsto un prezzo di 46 dollari al barile, in calo dai 75 dollari iniziali.

Anche Societe Generale ha tagliato le previsioni di prezzo per il greggio Brent di 14 dollari a 51dollari al barile, per via dell’aumento delle scorte di greggio nella prima metà dell’anno.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a febbraio è crollato di 1,83 dollari, o del 3,65%, a 48,28 dollari al barile, dopo aver toccato il minimo giornaliero di 48,13 dollari, il minimo dall’aprile 2009.

Venerdì il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra era sceso di 85 centesimi, o dell’1,67% a 50,11 dollari. Sulla settimana il contratto del greggio Brent è crollato di 6,34 dollari, o dell’11,18%, segnando il settimo crollo settimanale consecutivo.

Per il greggio Brent, Goldman prevede un prezzo medio di 50,40 dollari al barile nel 2015, in calo da una stima iniziale di 83,75 dollari. Per il trimestre in corso, la previsione è scesa a 47 dollari al barile dagli 85 dollari inizialmente stimati.

Anche Societe Generale ha tagliato le previsioni per il prezzo del greggio Brent di 15 dollari ad un prezzo medio di 55 dollari al barile per il 2015.

Il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è sceso di circa il 58% da giugno, quando ha subito un’impennata a 116 dollari, mentre i futures del greggio WTI hanno subito una riduzione di quasi il 55% dal recente massimo di 107,50 dollari segnato a giungo.

I timori per il calo della domanda globale nonché i segnali che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio non taglierà la produzione per supportare il mercato del greggio, negli ultimi mesi hanno pesato sul prezzo della materia prima.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, oscilla vicino al massimo degli ultimi 12 anni per via della divergenza tra la politica monetaria attuata dalla Fed e quella attuata dalle banche centrali di Europa e Giappone.

L’euro resta sotto pressione a causa delle aspettative che la Banca Centrale Europea possa decidere di adottare nuove misure di allentamento monetario già durante il prossimo vertice del 22 gennaio.

Un dollaro forte riduce la richiesta di materie prime come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.

Sul Comex, i futures dell’oro con consegna a febbraio salgono di 7,70 dollari, o dello 0,63% a 1.223,80 dollari l’oncia troy, mentre i futures dell’argento con consegna a marzo sono in salita di 11,4 centesimi, o dello 0,69%, a 16,53 dollari l’oncia.

L’oro resta supportato dal report sull’occupazione statunitense che ha mostrato un calo inaspettato della retribuzione oraria media; il dato potrebbe far pensare che la Federal Reserve manterrà i tassi attuali per un periodo più lungo.

Venerdì, il Dipartimento per il Lavoro ha riportato che l’economia USA ha aggiunto 252.000 nuovi posti di lavoro a dicembre, al di sopra dei 240.000 previsti dagli economisti. Il tasso di disoccupazione si è ridotto al minimo di sei anni e mezzo del 5,6%.

Il compenso medio tuttavia è sceso dello 0,2% il mese scorso ed è salito di solo l’1,7% rispetto all’anno precedente. Il rame è sceso al minimo di oltre cinque anni, nei timori di un rallentamento della domanda dalla Cina, il principali consumatore mondiale.

Intanto, il rame con consegna a marzo è sceso al minimo giornaliero di 2,700 dollari la libbra negli scambi della mattinata statunitense, il minimo dall’ottobre 2009, per poi attestarsi a 2,717, giù di 3,8 centesimi o dell’1,37%.

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