LUSSEMBURGO (Reuters) - Le divisioni tra i paesi dell'Unione europea si fanno più profonde in vista dell'incontro d'emergenza di oggi tra i ministri, sulla risposta comune da dare al picco dei prezzi dell'energia, con alcuni paesi che chiedono una revisione dei regolamenti, ed altri che si oppongono fermamente.
I prezzi del gas in Europa hanno toccato massimi da record durante l'autunno e rimangono piuttosto alti, spingendo la maggior parte dei paesi Ue a rispondere con misure di emergenza come prezzi calmierati e sussidi per aiutare a contenere l'aumento delle bollette.
Ma i vari paesi fanno fatica a trovare un accordo su un piano di lungo termine per contenere le oscillazioni dei prezzi dei combustibili fossili, che secondo Spagna, Francia, Repubblica Ceca e Grecia giustificano una grande riorganizzazione del funzionamento dei mercati dell'energia nell'Ue.
Questi paesi presenteranno oggi delle proposte che includono lo scorporo dei prezzi di elettricità e gas, acquisti coordinati di gas naturale tra i vari paesi e, nel caso di alcuni Stati come la Polonia, il rinvio di alcune misure per la lotta al cambiamento climatico.
"La nostra proposta oggi è che i contratti di opzione per gli acquisti [di gas] siano stipulati a livello centrale dall'Unione europea... questa potrebbe essere attivata in situazioni in cui la sicurezza dell'offerta è a rischio" ha spiegato il segretario di Stato spagnolo per l'energia Sara Aagesen.
Per dare un'idea delle differenze di vedute che probabilmente emergeranno dal vertice, nove paesi tra cui la Germania, la più grande economia europea e il più grande mercato per l'elettricità nel continente, hanno dichiarato ieri che non sopporteranno delle riforme al mercato dell'elettricità europeo.
"Non sarà questa la soluzione per mitigare la crescita dei prezzi connessa ai mercati dei combustibili fossili", si legge nel comunicato congiunto dei nove paesi.
UN MESSAGGIO CHIARO
La Commissione europea ha chiesto ai regolatori di analizzare la struttura del mercato europeo dell'elettricità, pur rimarcando che non esiste prova che una struttura di mercato differente avrebbe prodotto una migliore gestione del recente balzo dei prezzi.
Il responsabile della politica energetica europea Kadri Simson ha detto di sperare che i ministri mandino un messaggio chiaro su quali misure a medio termine l'Ue dovrebbe mettere in atto per rispondere al recente balzo dei prezzi.
"Dobbiamo cominciare ad agire ora, anche se sappiamo che i risultati di queste azioni si vedranno solo nei prossimi anni", ha detto Simson.
Altre proposte, come la creazione di riserve di gas condivise tra più paesi, ha incontrato a sua volta la resistenza di alcuni Stati membri.
"Credo che il governo spagnolo stia facendo delle promesse esagerate quando afferma che l'acquisto congiunto di gas metterà fine alla crisi", ha detto il ministro lussemburghese dell'Energia Claude Turmes.
Inoltre, a meno di una settimana dal vertice Cop26 sul cambiamento climatico, il picco dei prezzi dell'energia ha generato tensioni tra i vari paesi europei sulle politiche verdi dell'Ue, dando il via ad uno scontro proprio mentre ci si prepara a discutere nuove proposte per il clima, come l'imposizione di tasse più alte per i carburanti più nocivi per l'ambiente.
Il primo ministro ungherese, Viktor Orbàn, ha definito questi progetti delle "fantasie utopiche", una posizione che contrasta con quella di altri paesi europei che sono invece convinti che il balzo dei prezzi potrebbe favorire il passaggio ad un'energia rinnovabile a basse emissioni e prodotta a livello locale, per aiutare a ridurre l'esposizione ai prezzi dei combustibili fossili importati.
(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzicain redazione a Roma Stefano Bernabei)