WASHINGTON/BRUXELLES (Reuters) - L’aumento dei dazi del presidente Donald Trump su tutte le importazioni di acciaio e alluminio statunitensi è entrato in vigore, portando a un’escalation delle dinamiche di riassetto del commercio globale a favore degli Stati Uniti e provocando l’immediata ritorsione da parte dell’Europa.
La mossa di Trump, volta a rafforzare le tutele per le aziende americane di acciaio e alluminio, ripristina tariffe complessive al 25% su tutte le importazioni di metalli ed estende le imposte a centinaia di prodotti a valle realizzati in questo materiale, da dadi e bulloni alle pale dei bulldozer, alle lattine delle bevande.
Dall’insediamento a gennaio, la decisione di Trump di mettere i dazi al centro delle sue politiche ha scosso la fiducia di investitori, consumatori e imprese al punto che gli economisti temono possa causare una recessione degli Stati Uniti e ulteriori ritardi nell’economia globale.
La Commissione europea ha replicato annunciando contromisure su merci statunitensi per un valore massimo di 26 miliardi di euro a partire dal mese prossimo - spesso con un impatto più simbolico che economico.
"Siamo pronti a impegnarci in un dialogo significativo", ha detto ai giornalisti la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, aggiungendo di aver incaricato il Commissario al Commercio Maros Sefcovic di riprendere i colloqui con gli Stati Uniti.
"Siamo fermamente convinti che, in un mondo pieno di incertezze geoeconomiche e politiche, non sia nel nostro interesse comune appesantire le nostre economie con questi dazi", ha detto.
Il ministero degli Esteri cinese ha detto che Pechino prenderà tutte le misure necessarie per salvaguardare i propri diritti e interessi, mentre il segretario di Gabinetto giapponese Yoshimasa Hayashi ha detto che la mossa potrebbe avere un forte impatto sulle relazioni economiche tra Stati Uniti e Tokyo.
Canada, Gran Bretagna e Australia, hanno criticato i dazi generalizzati, con il Canada che sta valutando misure reciproche mentre il ministro del Commercio britannico Jonathan Reynolds ha detto che "tutte le opzioni sono sul tavolo" per agire nell’interesse nazionale.
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha detto che la mossa è "contraria allo spirito della duratura amicizia tra le nostre due nazioni", ma ha escluso l’imposizione di dazi di ritorsione.
I Paesi più colpiti dai dazi sono il Canada, primo fornitore estero di acciaio e alluminio degli Stati Uniti, il Brasile, il Messico e la Corea del Sud, che hanno tutti beneficiato di un certo livello di esenzioni o quote.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Franesca Piscioneri)