Di Alessandro Albano
Investing.com - La svendita recente che ha colpito in modo omogeneo il mondo cripto e i timori per il surriscaldamento dell'economia hanno riportato in auge il classico bene rifugio, l'oro, rimasto in sordina dopo i record oltre $2.000 toccati durante la prima ondata della pandemia.
I future sul metallo prezioso cedono al momento lo 0,32% a 1.875 per oncia, dopo il forte rally osservato alla vigilia che ha visto il bullion passare in poco più di due ore dai $1.853 a $1.890. Nelle ore "più calde" per l'oro, tra le divise digitali si stava invece consumando un sell-off che ha causato il -30% al Bitcoin, e oltre il -20% per Ether e Dogecoin.
Il Bitcoin, e le altre valute digitali, sono considerate un antidoto contro l'aumento dei prezzi e le politiche monetarie al contrario delle classiche monete "fiat". Ma la concomitanza dei movimenti sulle due asset class di ieri, secondo gli analisti sentiti da Investing.com, "può far pensare ad un ritorno di alcuni investitori cripto verso il safe asset più tradizionale".
Guardando il rapporto tra il metallo giallo e il token principale, la coppia XAU/BTC è tornata ai massimi dallo scorso febbraio con picchi di $0,066 testati nella giornata di mercoledì, mentre al momento il crossrate viene scambiato in rialzo del +2,2% a $0,0472.
Il 2021 del metallo pregiato non è, tuttavia, iniziato nei migliori dei modi, passando da $1.944 a $1.677 in soli due mesi. Questo movimento, spiega Pietro Bellotti, premium client manager di IG, è stato provocato "da diversi fattori legati alla ripresa dell'economia post Covid".
"La commodity ha risentito direttamente dall'aumento dei tassi di interesse dei Treasuries americani, cresciuti per un'aspettativa di futuro rialzo anticipato dei tassi da parte della Fed, e indirettamente per il rafforzamento del Idollaro".
Secondo l'analista, questa situazione ha contribuito "a velocizzare la perdita di interesse da parte del mercato verso questo bene rifugio che nel corso del 2020 era salito spropositamente proprio per le sue qualità di riserva di valore".
In concomitanza con il calo del greenback e i timori sull'inflazione, il prezzo dell'oro "ha incominciato una fase di rimbalzo", e, dopo aver oltrepassato la soglia chiave dei $1.800, "ha rotto al rialzo proprio ieri il tetto che lo manteneva all'interno di un canale discendente da Agosto 2020 a 200 periodi giornalieri".
Per il manager IG, "questo è un segnale di breakout che fa pensare a una continuazione della sua ascesa". Da un punto di vista tecnico, "disegnando i ritracciamenti di Fibonacci della discesa registrata dal massimo di Agosto 2020 al minimo del 31 Marzo 2021 si vede come stia in questo momento trovando resistenza al ritracciamento del 50% a $1.876".
"Se dovesse rompere a rialzo anche questo avremo poi i livelli chiave di $1.900 e l’area $1.950-65", che secondo Bellotti, "è l’area di resistenza più forte". Tuttavia, anche se l'esperto crede che l'oro "possa arrivare su quei livelli nei prossimi mesi data la rinnovata debolezza del dollaro", non ne prevede la rottura.