SHANGHAI (Reuters) - L'azionario cinese ha archiviato la seduta di oggi ai minimi di oltre un anno, su timori di recessione globale a causa delle misure di lockdown e le restrizioni ai viaggi messe in atto in tutto il mondo per contrastare l'epidemia di coronavirus.
L'indice CSI300 blue chip ha chiuso con una flessione del 3,4% a 3.530,31, livello più basso dal 22 febbraio 2019, mentre l'indice composito di Shanghai è scivolato del 3,1% a 2.660,17, minimi dall'11 febbraio 2019.
L'indice azionario MSCI ha lasciato sul terreno il 5,2% in quanto i provvedimenti stringenti attuati su scala globale per arginare la diffusione del virus minacciano di mettere in ombra i frenetici sforzi di politica monetaria per prevenire un rallentamento dell'economia.
Le perdite sulla terraferma sono state tuttavia relativamente limitate, alle luce delle ulteriori misure messe in campo da Pechino a sostegno dei mercati e di un calo nel numero dei nuovi contagi registrato nel Paese.
La PBOC ha già lanciato una serie di misure per contrastare le ricadute economiche dell'epidemia, tra cui la riduzione dei tassi sui prestiti e del coefficiente di riserva delle banche, nonché la concessione di prestiti a basso costo per imprese selezionate.
Zhou Liang, vicepresidente della Commissione di regolamentazione bancaria e assicurativa cinese, ha dichiarato che la Cina è pronta a mitigare i rischi finanziari causati dalla pandemia e sta studiando piani per riformare le società di gestione patrimoniale del Paese che hanno il compito di gestire i crediti in sofferenza.
La Cina continentale ha registrato un calo nel bilancio giornaliero di nuovi casi di coronavirus, invertendo quattro giorni consecutivi di crescite, mentre la capitale intensifica le misure per contenere il numero di infezioni in arrivo dall'estero.
L'indice di Hong Kong Hang Seng ha chiuso in ribasso del 4,9% a 21.696,13.