Di Mauro Speranza
Investing.com – Il vaccino di Moderna Inc (NASDAQ:MRNA) contro il coronavirus potrebbe arrivare più tardi di quanto previsto dalla stessa società, oltre che rispetto a quanto annunciato e sperato Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, la cui campagna elettorale sta puntando molto sulla sua disponibilità prima delle elezioni di novembre.
Secondo quanto scrive il Financial Times, l’analisi dei dati sulla sperimentazione del vaccino per il Covid-19 realizzato da Moderna potrebbe non concludersi prima di dicembre, mentre le attese indicavano erano per novembre.
L'azienda biotecnologica di Boston ha dichiarato giovedì di aver iscritto alla sperimentazione più di 25.000 partecipanti, di cui più di 10.000 hanno già ricevuto entrambe le dosi nel corso del vaccino.
Ha anche stabilito una tempistica di analisi più lenta rispetto alla rivale Pfizer Inc (NYSE:PFE) e al suo partner Biontech (NASDAQ:BNTX), che hanno dichiarato che avrebbero avuto i loro dati chiave entro la fine di ottobre. Le azioni di Moderna sono scese del 2,4 per cento a 67,22 dollari al telegiornale.
Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna, ha dichiarato alla CNBC che in un “worst case scenario”, l’ipotesi peggiore, in cui il tasso di infezione negli Stati Uniti dovesse rallentare nelle prossime settimane, potrebbe non essere in grado di esaminare i dati fino a dicembre.
Ma ha aggiunto che lo scenario più probabile comprende un'analisi intermedia a novembre - e se il tasso di infezione dovesse aumentare, potrebbe arrivare prima. “Il nostro obiettivo prevede il mese di ottobre. Penso che sia improbabile, ma è possibile", ha aggiunto Bancel.
La campagna elettorale di Trump e il vaccino per il coronavirus
Nella giornata di ieri, Trump si era spinto a promettere l’arrivo del vaccino nelle prossime 3-4 settimane, ovvero “ottobre o poco dopo”, secondo le sue parole pronunciate in un incontro pubblico con gli elettori svoltosi a Filadelfia.
Il riferimento potrebbe riguardare proprio il vaccino della società Moderna che collabora con l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (Niaid) degli Stati Uniti, diretto da Anthony Fauci, quindi collegato col governo Trump.Già uno dei consiglieri di Trump, il dottor Scott Atlas, dichiarava che potrebbero essere disponibili fino a 700 milioni di dosi di vaccino, ma entro la fine di marzo 2021.
Le parole di Trump smentiscono quelle pronunciate da Robert Redfield, direttore del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’agenzia federale per la tutela della salute, che davanti al Senato affermava di non aspettarsi un vaccino “prima della fine del secondo trimestre/terzo trimestre del 2021”.
“Potrei dire che la mascherina è persino più utile di un vaccino contro il Covid-19”, aggiungeva Redfield.
Trump ha infine rassicurato che il virus comunque “andrà via” anche senza vaccino, perché "si svilupperà una mentalità da gregge", forse riferendosi alla cosiddetta immunità di gregge.