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Italia, deficit/Pil al 10% in sem1 2020 su emergenza coronavirus - Istat

Pubblicato 02.10.2020, 10:22
Aggiornato 02.10.2020, 10:27

ROMA (Reuters) - Nei primi sei mesi del 2020, investiti in grossa parte dall'emergenza coronavirus, l'indebitamento netto dell'Amministrazione pubblica italiana in rapporto al Pil è stato pari al 10%, in netto peggioramento rispetto allo stesso periodo del 2019 quando era risultato al 3,2%.

Lo riferisce Istat, aggiungendo che per quel che riguarda il solo secondo trimestre, il deficit/Pil segna un 10,3% rispetto allo 0,0% dello stesso periodo 2019.

"L'incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è sensibilmente aumentata rispetto al secondo trimestre del 2019 per la decisa riduzione delle entrate legata alla contrazione dell'attività economica e per il consistente aumento delle uscite su cui hanno inciso le misure di sostegno introdotte per contenere gli effetti negativi dell'emergenza sanitaria", osserva Istat.

Il governo ha fissato questa settimana il nuovo target di deficit per il 2020 al 10,8% del prodotto interno lordo, in miglioramento rispetto all'11,9% stimato il mese scorso. Il Pil quest'anno si contrarrà del 9%, contro il -8% visto ad aprile. I nuovi obiettivi resi noti dal Tesoro saranno formalizzati nella Nota di aggiornamento del Def (Nadef) che sarà approvata dal Cdm la prossima settimana.

Nel periodo aprile-giugno, il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un'incidenza sul Pil del -5,9% (+4,1% nel secondo trimestre del 2019).

Il saldo corrente è stato anch'esso negativo, con un'incidenza sul Pil del -6,3% (+3,3% nel secondo trimestre del 2019).

La pressione fiscale è stata pari al 43,2%, in crescita di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, "nonostante la marcata riduzione delle entrate fiscali e contributive", fa notare ancora Istat.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito del 5,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono calati dell'11,5%. Di conseguenza, la propensione al risparmio è stata pari al 18,6%, in aumento di 5,3 punti rispetto al trimestre precedente.

"Il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il calo del primo trimestre, una contrazione marcata - seppure molto meno ampia di quella registrata dal Pil nominale - che si è tradotta in una riduzione del potere di acquisto. Il tasso di risparmio è aumentato fortemente nel secondo trimestre per la decisa contrazione della spesa per consumi finali delle famiglie", commenta l'Istituto.

Il potere d'acquisto rispetto al trimestre precedente si è ridotto del 5,6%.

La quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al 39,0%, è diminuita di 2 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2019.

Il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato di un punto percentuale rispetto al trimestre precedente, salendo al 22,1%, quale risultato di un calo degli investimenti meno marcato di quello del valore aggiunto.

PRINCIPALI INDICATORI DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE - TRIM2 2020, valori percentuali, dati grezzi:

TRIM2 2020 TRIM2 2019

INDEBITAMENTO/PIL -10,3 0,0

ENTRATE TOTALI/PIL 50,6 47,6

USCITE TOTALI/PIL 60,8 47,6

SALDO PRIMARIO/PIL -5,9 4,1

PRESSIONE FISCALE 43,2 41,4

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