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Abi chiede che banche siano libere di dare dividendi se in utile dopo accantonamenti

Pubblicato 30.10.2020, 12:12
Aggiornato 30.10.2020, 12:20
© Reuters. Una bandiera italiana davanti alla Fontana di Nettuno a Napoli

ROMA (Reuters) - Le banche che registrano utili dopo "prudenti e lungimiranti" accantonamenti devono poter essere libere di distribuire i dividendi agli azionisti.

Lo chiede l'associazione bancaria italiana Abi per bocca del suo presidente Antonio Patuelli, intervenuto alla Giornata mondiale del risparmio.

La vigilanza europea ha raccomandato agli istituti di credito di non distribuire i dividendi fino a fine anno, per avere risorse proprie in relazione alla crisi economica provocata dalla pandemia del Covid-19 che mette a rischio i bilanci delle banche.

Recentemente il capo dell'Ssm Andrea Enria, ha detto che la vigilanza riesaminerà le sue raccomandazioni sui dividendi solo dopo la pubblicazione delle nuove stime macroeconomiche della Bce previste il 10 dicembre.

"Le banche sono imprese che debbono poter tornare ad avere rapporti ordinari con i propri azionisti: se, dopo prudenti e lungimiranti accantonamenti, producono utili e possiedono solidi indicatori patrimoniali anche prospettici, sotto il controllo delle Autorità di Vigilanza come prima della pandemia, debbono poter distribuire dividendi", ha detto Patuelli.

Il presidente Abi ha anche chiesto, di fronte al prolungamento e alla gravità della pandemia, che le Autorità europee adottino altri provvedimenti urgenti caratterizzati da flessibilità.

Nello specifico Abi chiede ancora che il governo riveda la norma europea sul cosiddetto calendar provisioning, il calendario del deterioramento dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie. "Un provvedimento molto rigido, pensato quando la pandemia non era immaginata; quel calendario è pro ciclico e va aggiornato". Chiede anche di ripensare le "troppo anticipate definizioni di default" dei crediti.

Inoltre per evitare il rischio di razionamento del credito occorre, dice Patuelli, che "le scadenze delle moratorie devono essere ripensate col prolungamento della pandemia".

"E' utile a tutte le imprese che i prestiti garantiti non si esauriscano il 31 dicembre e possano essere chiesti fino al 30 giugno, come permesso dalla Ue".

(Stefano Bernabei, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)

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