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Il rame scende dopo i dati sull’indice PMI flash cinese

Pubblicato 25.02.2015, 09:16
© Reuters.  Futures del rame in calo dopo i dati industriali cinesi
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Investing.com - Il prezzo del rame scende dal massimo di sei settimane della seduta precedente questo mercoledì, sulla scia dei dati economici deludenti dalla Cina.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a maggio scende di 1,6 centesimi, o dello 0,61%, a 2,624 dollari la libbra negli scambi della mattinata europea.

Supporto a 2,561 dollari, il minimo dal 23 febbraio e resistenza a 2,668 dollari, il massimo dal 24 febbraio.

I dati rilasciati questa mattina hanno mostrato che la lettura preliminare dell’indice HSBC per il settore manifatturiero cinese è salita a 50,1 a febbraio, poco al di sopra del livello 50,0 che separa la crescita dalla contrazione su base mensile.

Gli analisti avevano previsto una lettura pari a 49,5, in leggero calo rispetto al dato di gennaio di 49,7.

Nonostante il lieve rialzo generale, i dati hanno mostrato che gli ordinativi per l’esportazione sono crollati al tasso più veloce degli ultimi 20 mesi, alimentando i timori per l’economia globale.

I traders del rame considerano l’andamento dell’indice PMI HSBC un indicatore della richiesta cinese di rame, dal momento che il metallo industriale è ampiamente utilizzato nel settore.

La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.

Ieri, il rame ha subito un’impennata a 2,668 dollari, il massimo dal 13 gennaio, prima di attestarsi a 2,639 dollari, su di 5,3 centesimi, o del 2,05%, dopo la decisione della zona euro di concedere alla Grecia un’estensione di quattro mesi del piano di salvataggio e dopo i commenti della Presidente della Federal Reserve Janet Yellen che hanno ridotto le aspettative di un aumento dei tassi previsto per metà anno.

Sul Comex, i futures dell’oro con consegna ad aprile salgono di 11,50 dollari, o dello 0,96% a 1.208,80 dollari l’oncia troy, mentre i futures dell’argento con consegna a maggio subiscono un’impennata di 31,5 centesimi, o dell’1,94%, a 16,54 dollari l’oncia.

Durante i commenti rilasciati nel corso della testimonianza davanti alla Commissione Bancaria del Senato, la Presidente della Fed Yellen ha dichiarato che è “poco probabile” che le condizioni economiche possano garantire un aumento dei tassi di interesse “almeno per i prossimi due vertici della Fed”.

La Presidente ha aggiunto che se l’economia dovesse continuare a migliorare come previsto dalla Fed, la banca modificherà la sua politica monetaria, ma ha sottolineato che tale modifica non implicherà necessariamente un aumento dei tassi nel giro di un paio di vertici.

L’oro beneficerebbe di un eventuale rallentamento dell’aumento dei tassi di interesse, dal momento che si ridurrebbero i costi di gestione del metallo, che non offre agli investitori un ritorno assicurato.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,2% a 94,33.

L’indebolimento del dollaro in genere favorisce l’oro, dal momento che aumenta l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più economiche per i titolari di altre valute.

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