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ECONOMICA - Equitalia, condono da 2 mld allontana Roma da prassi internazionale

Pubblicato 28.10.2016, 16:34
© Reuters. Un ufficio di Equitalia in un'immagine d'archivio

di Luca Trogni

MILANO (Reuters) - Funzioni e poteri della società che sostituirà Equitalia sono ancora indefiniti ma per il momento, al posto di porre le basi per una maggiore riscossione, il governo ha scelto la via dell'incasso immediato a costo di minori entrate future.

Con la decisione di condonare buona parte dell'importo dovuto ai detentori delle cartelle di Equitalia il governo sembra infatti andare nella direzione opposta a quella consigliata dal Fondo Monetario Internazionale nel rapporto richiesto dal ministro Padoan.

Studi economici e prassi dimostrano che le sanatorie, come quella decisa per i debitori di Equitalia, creano le condizioni per maggiore evasione fiscale.

In Italia si parte da un quadro in cui la difficile congiuntura economica ha spinto una maggior fetta di contribuenti a una nuova strategia di inadempienza fiscale: dichiarare quanto dovuto, non pagare e, una volta ricevuta la richiesta di riscossione, chiedere la rateizzazione.

Si ottengono così 7-10 anni di credito da parte dello Stato, periodo in cui c'è chi occulta la sua ricchezza e rende il credito inesigibile, come sottolinea Maria Cecilia Guerra, economista e senatrice Pd.

Con una corsa al rialzo a fine giugno 2015 gli arretrati fiscali, saliti a 568 miliardi, rappresentavano il 116% del gettito fiscale. Con un tasso di riscossione sugli arretrati limitato al 6%.

La ricetta del Fondo Monetario Internazionale per combattere questa situazione è piuttosto chiara e ispirata alla prassi internazionale.

La tanto criticata Equitalia, che pure si muove in base a leggi decise dal Parlamento, va dotata di maggiori poteri. Deve poter verificare la consistenza dei conti correnti bancari come accade in altri paesi e deve potere selezionare su chi, i creditori a più alta capacità di reddito, concentrare le proprie energie. Oggi Equitalia è infatti vincolata all'obbligatorietà delle azione esecutiva su tutti i soggetti.

Non solo. Vanno ridotte le sanzioni che, con le regole attuali finiscono con l'avere un effetto moltiplicatore sulle imposte non versate, e ci vuole più autonomia rispetto all'Agenzia delle Entrate. E la stessa Agenzia ha meno spazio di manovra rispetto al ministero di quanto non si riscontri a livello internazionale.

ARRETRATI FISCALI NON RISCUOTIBILI PER IL 77%

Il rapporto Fmi indica anche alcune vie per affrontare il nodo degli arretrati, partendo da un dato di fatto: il 77% di questi arretrati non è riscuotibile perchè si riferisce a nullatenenti, falliti, deceduti. E per questo bisognerebbe introdurre una prassi di cancellazione per avere un quadro più realistico e concentrarsi su casi in cui la riscossione è possibie.

Un processo di cancellazione, propongono i funzionari Fmi ispirandosi anche in questo caso alla prassi internazionale, che dovrebbe essere caso per caso.

Restano comunque, sottolinea il Fondo, 100 miliardi riscuotibii con nuovi poteri: 60 miliardi dello stock di arretrati, 39 miliardi garantiti dal patrimonio dei contribuenti.

La direzione scelta dal governo Renzi recepisce ben poco di un parere che, invece, per quanto riguarda la lotta all'evasione dell'Iva è stato accolto in pieno. Per le imposte indirette la ricetta di Washington prevedeva di introdurre obblighi di dichiarazione Iva mensili o trimestrali, come in tutti gli altri paesi Ue. E dal 2017 l'efficace lotta all'evasione Iva condotta negli ultimi anni si avvarrà in Italia anche dell'obbligo di dichiarazioni trimestrali utili per far emergere una quota di Iva oggi elusa.

In tema di riscossione, invece, si preferisce chiudere Equitalia, ma non le sue funzioni, che necessariamente verranno affidate a un analogo ente con un nuovo cappello e, presumibilmente, con nuove norme che si sarebbero potute imporre ad Equitalia stessa.

In occasione di questo passaggio si condonano interessi di mora e sanzioni con l'obiettivo di incassare due miliardi di euro nel 2017. Il nuovo target, contenuto nel recente decreto fiscale, prevede infatti un totale di 2,7 miliardi dal 2017 al 2019 rispetto ai 4 miliardi annunciati a metà ottobre da Renzi in nome della 'rottamazione' delle cartelle esattoriali.

Il decreto fiscale, infine, indica che le norme attuative per l'ente che sostituirà di Equitalia saranno pronte solo tra alcuni mesi, dando vita a un periodo transitorio che di sicuro non aiuterà il gettito.

© Reuters. Un ufficio di Equitalia in un'immagine d'archivio

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