Investing.com – Con l’avvicinarsi della fine anno le previsioni dei vari operatori si moltiplicano ed accavallano.
Saxo Bank non fa certo eccezione a questa regola e queste sono alcune delle sue:
secondo la banca Danese il prezzo dell’oro, in vista di un aumento dell’appetito al rischio degli investitori sul mercato Statunitense che si orienteranno su strumenti più rischiosi, dovrebbe scendere fino a 1200 dollari l’oncia prima di un ritorno degli acquisti.
Il petrolio Wti dovrebbe scendere sino a 50 dollari al barile stante un livello delle scorte costantemente sui massimi degli ultimi trent’anni ed un ricorso sempre maggiore alle fonti energetiche alternative.
Il Franco Svizzero, con la situazione in sostanziale stagnazione di Eurolandia e i massicci movimenti di capitali che inevitabilmente avverranno proprio verso la moneta elvetica, scenderà sotto la parità, prima di nuovi interventi da parte della Svizzera.
Lo yen potrebbe diventare, a seguito della decisione degli operatori nipponici di far rientrare i capitali investiti all’estero, la valuta più forte del mondo con un cambio USD/JPY anche a 60.00, prima che la BOJ decida di intervenire per svalutare lo yen.
Fuga degli investitori dal reddito fisso USA che offrendo un rendimento sempre minore, provocherà un importante migrazione di capitali verso il mercato azionario che offrirà potenziali rendimenti molto più interessanti.
Crollo del listino tedesco DAX fino a quota 5000 con perdite nell’ordine del 30%, situazione che potrebbe essere scatenata da una perdurante difficoltà della ripresa cinese, i titoli maggiormente colpiti saranno Siemens, Basf e Daimler.
Saxo Bank non fa certo eccezione a questa regola e queste sono alcune delle sue:
secondo la banca Danese il prezzo dell’oro, in vista di un aumento dell’appetito al rischio degli investitori sul mercato Statunitense che si orienteranno su strumenti più rischiosi, dovrebbe scendere fino a 1200 dollari l’oncia prima di un ritorno degli acquisti.
Il petrolio Wti dovrebbe scendere sino a 50 dollari al barile stante un livello delle scorte costantemente sui massimi degli ultimi trent’anni ed un ricorso sempre maggiore alle fonti energetiche alternative.
Il Franco Svizzero, con la situazione in sostanziale stagnazione di Eurolandia e i massicci movimenti di capitali che inevitabilmente avverranno proprio verso la moneta elvetica, scenderà sotto la parità, prima di nuovi interventi da parte della Svizzera.
Lo yen potrebbe diventare, a seguito della decisione degli operatori nipponici di far rientrare i capitali investiti all’estero, la valuta più forte del mondo con un cambio USD/JPY anche a 60.00, prima che la BOJ decida di intervenire per svalutare lo yen.
Fuga degli investitori dal reddito fisso USA che offrendo un rendimento sempre minore, provocherà un importante migrazione di capitali verso il mercato azionario che offrirà potenziali rendimenti molto più interessanti.
Crollo del listino tedesco DAX fino a quota 5000 con perdite nell’ordine del 30%, situazione che potrebbe essere scatenata da una perdurante difficoltà della ripresa cinese, i titoli maggiormente colpiti saranno Siemens, Basf e Daimler.