Investing.com - La sterlina scende contro il dollaro questo venerdì, nonostante la pubblicazione dei dati positivi sui prestiti al settore pubblico nel Regno Unito, mentre i report economici USA della seduta precedente continuano a supportare la richiesta del biglietto verde.
Il cambio GBP/USD ha toccato 1,5846 negli scambi della mattinata europea, il minimo della seduta; successivamente il cambio si è attestato a 1,5861, giù dello 0,10%.
Supporto a 1,5622, il minimo del 17 giugno e resistenza a 1,5930, il massimo di ieri e degli ultimi sette mesi.
Stamane, l’Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha dichiarato che il netto dei prestiti al settore pubblico nel Regno Unito è salito a 9,35 miliardi di sterline il mese scorso dai 5,46 miliardi di aprile, dato rivisto da una stima precedente di 6,04 miliardi di sterline.
Gli analisti avevano previsto che i prestiti sarebbero saliti a 10,05 miliardi di sterline a maggio.
Intanto, il dollaro è rimasto supportato dopo i dati di ieri che hanno mostrato un calo di 12.000 unità delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione USA a 267.000 la scorsa settimana, segnale di un rafforzamento del mercato del lavoro.
Un secondo report ha mostrato che l’attività industriale nella regione Atlantica centrale USA è cresciuta al tasso più veloce degli ultimi sei mesi a giugno.
Secondo i dati, inoltre, i prezzi al consumo USA sono saliti al tasso più veloce degli ultimi due anni a maggio, salendo dello 0,4% dopo l’aumento dello 0,1% ad aprile. Tuttavia gli economisti avevano previsto una crescita dello 0,5% e l’inflazione resta ancora al di sotto dell’obiettivo del 2% della Fed.
La sterlina sale contro l’euro, con la coppia EUR/GBP giù dello 0,31% a 0,7131.
Il sentimento sulla moneta unica resta vulnerabile dopo che il vertice di ieri tra i funzionari della Grecia e della zona euro si è concluso senza un accordo, scatenando i timori per una possibile uscita della Grecia dal blocco della moneta unica.
Il 30 giugno scadrà l’attuale piano di salvataggio della Grecia e lo stesso giorno Atene dovrà anche rimborsare circa 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale.
Christine Lagarde, direttrice del FMI, ha spiegato che, se la Grecia non dovesse pagare in tempo, verrà dichiarato il default e il paese non potrà ricevere ulteriori aiuti dal FMI.