Investing.com - Ecco le cinque notizie principali da seguire sui mercati finanziari questo mercoledì 13 gennaio:
1. Il surplus commerciale cinese aumenta, le esportazioni salgono
Gli ultimi dati commerciali cinesi hanno ridimensionato i timori per lo stato di salute della seconda economia mondiale.
In yuan, le esportazioni cinesi sono aumentate del 2,3% rispetto all’anno precedente a dicembre, dopo il crollo del 3,7% di novembre, mentre le importazioni sono scese del 4,0%, rispetto al calo del 5,6% del mese precedente. Il surplus della nazione asiatica è pari a 382 miliardi di yuan.
In dollari, le esportazioni sono scese di solo l’1,4% a dicembre, meglio del crollo dell’8,0% previsto, mentre le importazioni sono scese del 7,6% contro le aspettative di un calo dell’11,5%, comportando un surplus di 60,1 miliardi di dollari per il mese scorso.
2. I titoli cinesi chiudono sotto i 3.000 per la prima volta dal crollo segnato in estate
L’indice Shanghai Composite ha chiuso con un crollo del 2,4% a 2.950,21 dollari, la discesa è accelerata nell’ultima ora di scambi nonostante i dati commerciali migliori del previsto ed uno yuan più stabile.
Gli altri mercati asiatici hanno chiuso al rialzo sulla scia della ripresa del prezzo del greggio. L’indice nipponico Nikkei 225 è schizzato del 2,9%, mentre i mercati ad Hong Kong ed in Australia hanno chiuso in verde.
3. Il prezzo del greggio si stacca dal minimo di 12 anni
Il greggio sale per la prima volta in otto sedute questo mercoledì, staccandosi dal minimo di 12 anni di ieri dopo i dati commerciali cinesi che hanno rivelato un aumento della domanda della materia prima.
Le importazioni di greggio a dicembre sono schizzate a 33,19 milioni di tonnellate, equivalenti a 7,82 milioni di barili. Le importazioni sono aumentate del 21% da novembre e del 9,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
La nazione asiatica è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli USA ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.
Il greggio Brent schizza di 64 centesimi, o del 2,07% a 31,59 dollari al barile alle 11:15 GMT, o alle 06:15 ET, dopo essere crollato a 30,50 dollari ieri, un livello che non si registrava dall’aprile del 2004.
Il greggio USA subisce un’impennata di 76 centesimi, o del 2,51% a 31,20 dollari al barile. Ieri, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York hanno sono crollati a 29,93 dollari al barile, il minimo dal dicembre del 2003.
4. Impennata delle borse in Europa ed USA dopo i dati cinesi
I titoli azionari europei schizzano questo mercoledì, con un’impennata dell’indice tedesco DAX, incoraggiati dai dati economici migliori del previsto pubblicati dalla Cina e dalla ripresa del prezzo del greggio.
Intanto, i futures dei titoli azionari USA registrano aumenti compresi tra lo 0,7% e lo 0,8%, facendo presagire un’apertura positiva di Wall Street nel corso della giornata dopo la chiusura al rialzo di ieri dovuta all’impennata dei titoli del settore energetico e biotech.
5. Oro al minimo di una settimana
Il prezzo dell’oro scende per la quarta seduta consecutiva segnando il minimo di una settimana questo mercoledì, l’appeal del metallo prezioso come investimento rifugio si è ridotto per via della ripresa dei mercati azionari globali.
Intanto, i futures del rame si staccano dal minimo di sei anni e mezzo dopo i dati commerciali cinesi che hanno rivelato un aumento della domanda del metallo rosso.
Le importazioni cinesi di rame a dicembre sono schizzate del 15,2% rispetto al mese precedente, segnando 530.000 tonnellate metriche, il secondo massimo storico mensile, ridimensionando i timori per un indebolimento della domanda da parte della nazione asiatica.